Pensioni: ecco chi ha la fortuna di trovarsi con l’età giusta per uscita e calcolo assegno

Mario nava
Con il nuovo anno sparirà da nostro ordinamento la quota 100 e con essa addio all’uscita a 62 anni. Chi ha la fortuna di trovarsi con l’età giusta può anticipare la pensione senza danni.
pensione

Il 2021 passerà alla storia come l’ultimo anno di funzionamento di quota 100 così come il triennio che terminerà il 31 dicembre prossimo passerà alla storia come quello in cui chiunque si è trovato ad aver completato per lo meno 62 anni di età e 38 di contributi ha potuto lasciare anticipatamente il lavoro e andare in pensione.

La forza di quota 100 infatti è stata proprio questa, l’assenza di fronzoli e vincoli nel senso che la misura può essere considerata davvero previdenziale, perché solo il doppio requisito anagrafico contributivo andava centrato.

Niente limiti per le platee degli aventi diritto, niente esclusioni per determinate categorie, niente di niente. Nulla a che vedere per esempio, con l’Ape sociale, opzione donna e così via. Nel 2022 entreranno in campo altre misure, con la più gettonata che pare essere la pensione flessibile con 64 anni di età e 20 di contributi, ma come vedremo, nasconde dietro un calcolo meno favorevole dell’assegno.

La fortuna di trovarsi nell’orbita di quota 100

Chi al termine del 2021 si troverà ad aver già compiuto i 62 anni di età e ad aver già completato i 38 anni di contributi versati può essere senza dubbio considerato un fortunato. Sarà costui che potrà essere considerato l’ultimo potenziale beneficiario di quota 100.

Chi compie i 62 anni di età nel 2022 si troverà escluso a priori dalla misura, anche se al 31 dicembre 2021 avrà 38 o più anni di contribuzione. Gli interessati sono autorizzati a dare la caccia alla contribuzione utile, magari con il riscatto, la pace contributiva, le ricongiunzioni e così via. In pratica, occorre raschiare il fondo del barile, per capire se si può rientrare nella favorevole misura.

Nel 2022 doppia beffa per gli esclusi da quota 100

Fuori dai giochi per la quota 100 restano i nati nel 1960. C’è poco da fare. In questo caso non si completa l’età anagrafica e quindi c’è relativamente poco da fare. Occorre aspettare 5 anni per la pensione di vecchiaia. Ma se il governo completerà l’operazione misura flessibile dai 64 anni (che poi sarebbe la via su cui spingono i sindacati anche se con differenze di età e penalizzazioni), si dovrà attendere solo due anni.

Ma in questo caso, con la misura su cui anche la Corte dei Conti recentemente ha dato l’ok, si parla di ricalcolo contributivo dell’assegno. In altri termini, a parità di contributi versati e di carriera, un nato nel 1959 uscirebbe con quota 100, pensione calcolata con il misto, a 62 anni di età e con assegno più alto rispetto al nato nel 1960, che dovrebbe uscite al più presto nel 2024, con un assegno più basso per via della pensione calcolata con il sistema contributivo.

Parlare di fortuna come abbiamo fatto in questo articolo non è certo un esercizio azzardato, considerando la netta differenza in termini di pensionamento per due lavoratori identici in tutto se non fosse per la data di nascita differente magari solo di qualche mese.

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