Pensioni: per i nati nel 1959 l’ultimo treno nel 2021, ma basta poco per perderlo

Mario nava
La pensione con quota 100 riguarderà fino aio nati nel 1959, ma occorre prestare attenzione al completamento dei requisiti.
Con alcune misure dell'INPS in pensione anche senza contributi versati o senza utilizzare quelli versati per il lavoratore.

Saranno i nati nel 1959, quelli che avranno la fortuna di compiere i 62 anni prima che scompaia la quota 100 a rappresentare gli ultimi beneficiari di questa tanto discussa misura.

Ma occorre prestare attenzione, perché per poterla sfruttare occorre che entro la fine dell’anno siano completati alcuni precisi requisiti. E se anche uno solo di questi requisiti non verrà completato in tempo utile, la pensione per l’interessato potrebbe spostarsi di diversi anni in avanti.

La quota 100 in sintesi

La quota 100 è una misura nata con il primo governo Conte, quello definito gialloverde con Movimento 5 Stelle e Lega al governo. Una misura che è stata la Lega a volere fortemente e che ha rappresentato per molti osservatori politici la risposta al reddito di cittadinanza che la Lega ha messo davanti al Movimento 5 Stelle che nel Rdc ha il suo cavallo di battaglia.

Resta il fatto che la misura nasce sperimentale, cioè con una validità temporanea. Infatti fu prevista una fase sperimentale di 3 anni, al termine dei quali, la Lega pensava a sostituirla o implementarla con una quota 41 per tutti.

Nel frattempo tanto è cambiato, con il governo che da gialloverde è diventato prima giallorosso (senza la lega e con PD, M5S, IV e Leu) e poi multicolore (il governo attuale ha solo Fratelli d’Italia e parte della Sinistra in minoranza), con tanto di cambio di Premier, da Conte a Draghi.

Ciò che è rimasto fisso è la data di fine di quota 100, al 31 dicembre 2021, con misure come quota 41 per tutti, flessibilità dai 62 anni o cose di questo tipo, che sono difficili da produrre.

E se non si centrano i requisiti entro la fine dell’anno c’è il concreto rischio di ritrovarsi impelagati nelle grinfie di quei pesanti requisiti della riforma Fornero. E si tratterebbe di dover aspettare ben 5 anni per poter ottenere la pensione, cioè aspettare il 2026 ed il relativo compimento dei 67 anni di età.

I requisiti utili a quota 100

Entro la fine dell’anno quindi, occorre completare anche i 38 anni di contributi utili alla causa. Infatti oltre ad avere 62 anni di età occorre avere questa piuttosto lunga carriera per poter accedere alla quiescenza anticipata con la quota 100.

E per la quota 100 vale il medesimo discorso che va fatto per le pensioni anticipate ordinarie. I contributi utili sono tuti quelli a qualsiasi titolo versati. Per conseguire la pensione con la quota 100 vanno completati 35 anni di contributi senza considerare i periodi di disoccupazione e malattia.

In pratica, sono buoni tutti i periodi a qualsiasi titolo versati , ma per raggiungere il requisito minimo dei 38 anni, 35 di questi non devono comprendere quelli da periodi di disoccupazione o periodi di malattia indennizzati. Tali contributi possono essere utili per la maggiore anzianità ma non per completare entro il 31 dicembre prossimo i 35 anni di contribuzione effettiva necessaria.

Per questo, un lavoratore nato ad agosto 1959 entro al fine dell’anno deve avere si, 38 anni di contribuzione, ma 35 di essi effettivi. Se per esempio questo lavoratore ha 35 anni di contributi effettivi (anche maternità, servizio militare, riscatto o volontari) e 5 figurativi da malattia o disoccupazione, il calcolo della prestazione sarà su 40 anni totali. Ma se anziché 35 effettivi ne completa 34 per esempio, pur avendo in totale 39 anni di contribuzione versata comprensiva dei 5 anni di figurativi da malattia o disoccupazione, la quota 100 non sarà fruibile.

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