Rifiutare la pensione per prendere il 30% in più di stipendio, ecco come

Mario nava
bollette bonus sociale

In linea di massima l’operato degli ultimi governi è stato sempre indirizzato a prevedere nuove misure di pensionamento abbastanza vantaggiose come requisiti di uscita per i lavoratori. Ma anche piene di penalizzazioni per rendere le misure meno appetibili. Il motivo è presto detto. Bisognava limitare la spesa pubblica. Un tipico esempio è opzione donna, ma penalizzazioni sono previste anche per l’APE sociale per esempio. In buona sostanza prima si vara una misura, che come gradimento è ai massimi livelli e che permette ad un governo di assecondare le richieste di pensionamento anticipato. Ma allo stesso tempo si inseriscono vincoli e penalizzazioni come per dire: “occhio, se uscite prima la pensione ve la taglio!”. E il nuovo governo mira a fare esattamente lo stesso, cioè varare delle nuove misure, ma rendendo le stesse nuove misure meno appetibili. Ciò che cambia è l’indirizzo, perché dalle penalizzazioni si passa ai bonus.

Incentivi per non andare in pensione, la nuova trovata per le nuove misure

Per ridurre le possibilità che tutti si catapultino su una misura di pensionamento anticipato. Questa la soluzione. Perché se valida e ottima come requisiti di uscita, la misura sarebbe troppo appetibile. Ed il nuovo esecutivo pensa ad un bonus. Con l’obbiettivo di limitare la platea dei potenziali richiedenti, più che penalizzare chi esce dal lavoro si pensa a incentivare a rimanere in servizio.

Chi resta al lavoro anche se ha maturato i requisiti di uscita è premiato

Una via che già in passato lo Stato ha utilizzata. Per esempio fu un governo Berlusconi con l’allora ministro Maroni a usarla. Anche se non funziona come allora, la soluzione è quella della decontribuzione. In pratica sì producono misure di pensionamento anticipato molto appetibili per consentire ai lavoratori di uscire prima dei 67 anni della pensione di vecchiaia. Ma non si pensa di tagliare la pensione per chi sfrutta i canali di uscita anticipata. Al lavoratore non è imposto il ricalcolo contributivo o un taglio lineare di pensione per anno di anticipo. Adesso si passa all’offerta di un bonus per chi resta al lavoro. Una sorta di premio che riguarda il lavoratore direttamente in busta paga.

Come funziona il surplus in busta paga

In pratica si cerca di offrire benefici. Incentivi a chi anziché andare in pensione pur avendo raggiunto i requisiti per la pensione anticipata con una determinata misura, opta per restare al lavoro. Il vantaggio in questo caso è doppio. Perché oltre a versare più anni di contributi che torneranno utili per avere una pensione più alta, il diretto interessato gode anche di un vantaggio dal punto di vista dello stipendio. La decontribuzione infatti significa spostare ciò che è il lavoratore dovrebbe versare come contributi durante il lavoro extra, nella busta paga. E si tratterebbe, di garantire il 30% al mese in più di stipendio a chi non sfrutta, pur avendone diritto, l’uscita agevolata.

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