Riforma pensioni 2023, e se l’alternativa fosse a 64 anni per tutti?

Luca
Superare la Legge Fornero con una riforma pensioni 2023 non sarà certamente facile anche se le alternative e le proposte non mancano.
riforma pensioni 2023

L’obiettivo principale della riforma pensioni 2023 è quello di superare, a partire dal 2024 la Legge Fornero. Un obiettivo ambizioso che nessun Governo precedente, fino ad ora, è riuscito a realizzare dal lontano 2012, quando la legge previdenziale in questione è entrata in vigore.

Come spesso annunciato dagli esponenti del Governo la meta finale è la Quota 41 per tutti, che però non potrà essere attuata fin  da subito senza paletti e senza vincoli di età. Troppo costosa ancora per le casse dello Stato.

Nel frattempo che si trova il modo di attuare una quota 41 per tutti indipendentemente dall’età, però, si deve fare in modo di continuare a consentire una flessibilità in uscita ai lavoratori prima dei 67 anni.

riforma pensioni 2023

E se la soluzione fosse a 64 anni?

Durante il 2022 molte erano state le proposte di un pensionamento flessibile a 64 anni e tutte potevano essere, più o meno valide. E tutte potrebbero ancora essere sfruttate per consentire una flessibilità in uscita in attesa della quota 41 per tutti.

Intanto per il 2023 abbiamo la Quota 103, una quota 41 ibrida che richiede almeno 62 anni di età per poter accedere. Ferma restando la Quota 41 per lavoratori precoci che rimane immutata. Ma la Quota 103 è una misura temporanea e servirà qualcosa per andare a tamponare la sua scadenza nel 2024, sempre in attesa del superamento della Legge Fornero.

Una soluzione potrebbe essere la pensione a 64 anni con ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. Un pò come avviene oggi per l’Opzione donna.  E potrebbe essere una alternativa che consente una scelta al lavoratore che intende lasciare prima il mondo del lavoro.

Le varianti della pensione a 64 anni

Ma non esiste solo questa proposta di pensione a 64 anni. Una prevede di ampliare la pensione anticipata contributiva a 64 anni con 20 anni di contributi, oggi per i soli contributivi puri, a tutti, anche a coloro che ricadono nel sistema misto. A patto che scelgano il ricalcolo contributivo. A patto che si raggiunga almeno con l’importo maturato 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale INPS.

Un’altra variante della pensione a 64 anni che appare nelle proposte è una sorta di quota 100 rivisitata: 64 anni di età e 36 anni di contributi, sempre con ricalcolo contributivo ma senza limiti sull’importo.

Una via di mezzo tra le due, infine, potrebbe essere quella che prevede, a 64 anni, penalizzazioni sull’assegno. Ma con deroghe per i soggetti più fragili come invalidi, caregiver o donne.

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