Riforma pensioni: dal 2022 sempre con 38 anni ma con novità?

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La riforma pensioni vira sul pensionamento con 38 anni di contributi, ma con delle novità rispetto alla quota 100.
riforma delle pensioni

Anche se ormai gli occhi sono puntanti soprattutto sulla legge di Bilancio 2021 che porterà, come abbiamo già annunciato, diverse novità in ambito previdenziale, è da tenere presente che la vera e propria riforma pensioni dovrà partire a gennaio 2022 e per quella si sta ancora lavorando e ipotizzando.

Riforma pensioni

Le legge di Bilancio 2021 porta, come largamente annunciato, la proroga dell’opzione donna, quella dell’ape sociale e dell’isopensione. Ma non pone un rimedio alla scadenza della quota 100, fissata per il 31 dicembre 2021.

Se oggi, infatti, con questa misura,si può accedere alla pensione con 62 anni di età (5 anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia) unitamente ad almeno 38 anni di contributi (anticipo di 5 anni circa sulla pensione anticipata), con la scadenza di questa misura si potrebbe tornare alla legge Fornero che porterebbe, inevitabilmente,  nel 2022 ad uno scalone di ben 5 anni rispetto alle possibilità di pensionamento 2021.

Le ipotesi messe in campo da governo, parti sociali, esponenti dell’economia e della polita, sono davvero tante e ricordiamo la quota 41 per tutti, la pensione a 62 anni proposta sia da Pasquale Tridico che da Cesare Damiano.

Ma l’ipotesi che sembra essere più gettonata al momento è quella di una quota 100 rivisitata, un sorta di quota 102 che richiederebbe sempre 38 anni di contributi ma unitamente ad almeno 64 anni di età.

Questa misura, pur non eliminando del tutto lo scalone di 5 anni, lo ridurrebbe a 3 anni soltanto.

Si tratta ovviamente soltanto di una ipotesi e per avere certezze su quelli che saranno i pensionamenti a partire dal 2022 dovremo attendere la riforma della pensioni su cui governo e parti sociali stanno lavorando.

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