Riforma pensioni nel 2025, ecco cosa significa adesso

mazzarella
Calcolo contributivo per tutte le future misure di pensione anticipata, ecco come.
anticipare la pensione

Niente riforma delle pensioni nel 2024, perché il governo ha varato solo alcune proroghe di misure già attive nel 2023 che anziché scadere sono state prolungate di 12 mesi. Ma non senza correttivi e cambiamenti. Che vanno in una direzione ben precisa e che aprono di fatto le porte a ciò che il governo prepara dal punto di vista previdenziale entro la fine della legislatura. Perché pare che ci sia il progetto di riformare il sistema, con un caposaldo imprescindibile. Le pensioni diventeranno contributive. E non diciamo, diventeranno contributive prima del tempo. Ma cosa succede adesso?

Riforma pensioni nel 2025, ecco cosa significa adesso

Che presto non ci saranno più pensioni calcolate con il sistema misto e quindi in parte con il sistema retributivo, non è certo una novità. Diventano sempre di meno le persone che hanno contributi versati prima del 1996 a tal punto da godere del calcolo misto delle pensioni. Presto quindi le pensioni non potranno che essere liquidate dall’INPS con il penalizzante metodo basato sul montante dei contributi accumulati. Ma il governo brucerà le tappe. Perché la riforma delle pensioni diventerà contributiva. Infatti si va nella direzione che tutte le misure di pensionamento anticipato costringeranno gli interessati a subire il calcolo contributivo e quindi a rimetterci sulla pensione. Questo è un parametro fisso che dovrebbe riguardare per esempio, pure la eventuale Quota 41 per tutti, una misura che il governo ha ancora in progetto anche se adesso è ferma.

Cosa è successo alle pensioni nel 2024

L’indizio sul contributivo per forza di cose viene fuori anche dalle novità introdotte quest’anno. Opzione donna è rimasta con il solito calcolo contributivo, con l’età che è passata da 60 a 61 anni e con le stesse platee di riferimento piuttosto ristrette. Nel frattempo però anche la quota 103 è diventata contributiva. Infatti la misura pur rimanendo uguale come requisti, ha cambiato regole di calcolo. E per soggetti con oltre 18 anni di contributi prima del 1996, significa perdere oltre un terzo del trattamento spettante rispetto a chi è uscito l’anno precedente. Il segnale è forte, perché le nuove misure di pensionamento anticipato dovrebbero nascere tutte con il ricalcolo contributivo.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie