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Se vai in pensione a 59 anni guadagni 100.000 euro e ti salvi fino ai 94 anni

Ecco i veri calcoli per capire che lo scetticismo sul sistema contributivo per la pensione a volte è solo un luogo comune.

Si sente spesso accusare il sistema contributivo di essere un sistema nettamente penalizzante per i lavoratori. Ed effettivamente, se prendiamo ad esempio le regole di calcolo specifiche di un trattamento pensionistico, non si può non confermare la penalizzazione che il sistema contributivo produce rispetto al sistema retributivo. Eppure, oggi dimostreremo come a volte il sistema contributivo è più favorevole di quello retributivo. Molto cambia da caso a caso. E se in alcuni casi il vantaggio è di struttura del calcolo, cioè dipende dalla carriera di un lavoratore, per altri casi è la favorevole età di uscita a garantire guadagni a 5 zeri.

Lo sai che anche se tagliata la pensione contributiva a volte è favorevole?

Le regole di calcolo delle pensioni sono sostanzialmente due. C’è il metodo contributivo e c’è quello retributivo. Il primo è quello basato sull’ammontare dei contributi versati dal lavoratore durante la carriera. Che nel caso dei lavoratori dipendenti oggi, è pari al 33% (aliquota contributiva FPLD) dell’imponibile. Nel sistema retributivo invece si prendono in considerazione gli ultimi salari percepiti, di norma negli ultimi 60 mesi di lavoro. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 non ha altra opzione che non sia il calcolo della pensione con il sistema contributivo. Per gli altri si adotta il sistema misto, cioè contributivo dopo il 1995 e retributivo prima, oppure contributivo dopo il 2011 e retributivo prima per chi vanta già 18 o più anni di contributi al 31 dicembre 1995. I veri penalizzati dal calcolo contributivo sono i secondi. Pagano dazio quelli che vanno in pensione con Quota 103 e le lavoratrici di Opzione Donna. Ma siamo sicuri che sia sempre penalizzante il sistema contributivo?

Il calcolo da fare e come funziona per capire se il contributivo produce vantaggi

A conti fatti, chi vanta una carriera lunga oltre 18 anni prima del 1996, perde oltre il 30% di pensione uscendo prima con il calcolo contributivo. Ma se le retribuzioni degli ultimi anni di carriera sono più basse, allora ecco che forse il sistema contributivo è più favorevole. Inoltre, se consideriamo che con Opzione Donna una lavoratrice che ha avuto due o più figli, può uscire a 59 anni, il vantaggio dell’anticipo con il contributivo è ancora più evidente. Se l’alternativa è la pensione a 67 anni con la vecchiaia, una lavoratrice che decide di andare in pensione a 59 anni, guadagna circa 8 anni di pensione. Ed anche se questa è di soli 1.000 euro netti al mese (mentre a 67 anni con il retributivo sarebbe stata di 1.300 euro), il guadagno in termini di incassi è enorme. la lavoratrice prenderebbe 13.000 euro all’anno di pensione dai 59 ai 67 anni di età, cioè 104.000 euro senza considerare le rivalutazioni annuali. Il taglio di pensione da 300 euro al mese che la lavoratrice subirebbe a partire dai 67 anni (prende 1.000 euro invece che 1.300), significa che perderebbe 3.900 euro all’anno per il resto della vita. Significa che per iniziare a dire di aver perso dei soldi, devono passare poco meno di 27 anni. Quindi, a partire dai 94 anni si inizia ad andare in perdita.