Al posto della pensione un aumento di stipendio, ma non immediatamente

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Bonus Maroni al posto della pensione di Quota 103, novità dall’INPS con un nuovo messaggio.
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Continuano a chiamarlo erroneamente Bonus Maroni perché somiglia alla misura introdotta dal Governo Berlusconi molti anni fa. Si tratta dell’incentivo a posticipare il pensionamento, vero strumento di disincentivo nel 2024 a sfruttare la Quota 103. A dire il vero, anche senza Bonus la Quota 103 si disincentiva anche da sola. ma fatto sta che il Bonus sullo stipendio può essere una soluzione a chi rinvia il pensionamento di Quota 103 nonostante il completamento dei due requisiti previsti. Ma l’INPS con il messaggio 1107 del 14 marzo appena trascorso ha prodotto una notevole novità su questo Bonus, collegandolo alle finestre di QUota 103. Perché al posto della pensione un aumento di stipendio, ma non immediatamente, e quersto prima della comunicazione dell’IStituto pensionistioc non si sapeva.

Il Bonus contributivo al posto della pensione

Un lavoratore dipendente destina alla propria pensione il 33% della sua retribuzione utili ai fini pensionistici. Il 9,19% è a carico del lavoratore stesso mentre la restante parte, cioè il 23,81% è a carico del datore di lavoro. Chi nel 2024 raggiunge i 62 anni di età e contemporaneamente i 41 anni di contributi versati può andare in pensione con la Quota 103. Come dicevamo, la Quota 103 ha dei disincentivi a sfruttarla anche al suo interno. Vuoi per il calcolo contributivo e penalizzante che è stato messo nel 2024 e vuoi per l’importo massimo della pensione che non può superare le 4 volte il trattamento minimo INPS. Ma poi c’è il Bonus contributivo, che permette al diretto interessato di risparmiare il 9,19% di trattenute contributive sulla busta paga.

Al posto della pensione un aumento di stipendio, ma non immediatamente

Il lavoratore che potrebbe andare in pensione con la Quota 103, può chiedere all’INPS il Bonus contributivo in modo tale da avere in busta paga un aumento mensile pari alla quota a suo carico dei contributi, cioè il 9,19%. Al netto del fatto che per via del taglio del cuneo fiscale, molti lavoratori non versano più questa aliquota, ma una nettamente ridotta (il 3,19% o addirittura il 2,19%), l’INPS ha confermato che essendo cambiate le finestre di decorrenza della quota 103 nel 2024, cambiano anche le date a partire dalle quali i diretti interessati possono godere di questa agevolazione. Infatti una volta maturati i requisiti per la Quota 103, i lavoratori possono chiedere all’INPS il Bonus. Ma questo non verrà erogato dal mese successivo a quello della domanda, ma in base alle finestre di Quota 103. Nel messaggio sopra citato l’INPS ha spiegato che il Bonus in busta paga può essere erogato dopo 7 mesi nel settore privato e dopo 9 mesi nel pubblico impiego. Esattamente come si può iniziare a percepire la pensione di Quota 103.

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