Andare in pensione prima: 4 vie in base al lavoro svolto anche senza limiti di età

Mario nava
Ci sono attività che garantiscono per i lavoratori l’accesso alla pensione prima degli altri.
Lavoro dopo pensione

Chi svolge determinate attività lavorative può accedere alla pensione prima del previsto. Si può uscire anche senza limiti di età, oppure a 63 anni, ma anche con 61 anni e 7 mesi di contributi o con 66 anni e 7 mesi di età. Tutto dipende dalle misure in cui si rientra che sostanzialmente sono 4.

Pensioni: i lavori gravosi, quali sono

Negli ultimi anni è entrato nel sistema previdenziale italiano una nuova macro categoria di lavori che si chiamano “lavori gravosi”. In tutto sono 15 le attività lavorative che ad oggi rientrano nel contenitore dei lavori gravosi e che danno diritto a trattamenti previdenziali particolari e di vantaggio.

Prima di approfondire l’argomento va detto che si considerano gravose le attività svolte da:

  • Addetti alla concia di pelli e pellicce;
  • Addetti ai servizi di pulizia;
  • Addetti allo spostamento di merci (cd facchini);
  • I conducenti di camion o mezzi pesanti in linea generale;
  • I conducenti dei treni e il personale ferroviario viaggiante;
  • I conduttori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • Gli infermieri delle sale operatorie o le ostetriche delle sale parto che operano su turni;
  • Le maestre, i maestri e gli educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • Gli operai edili o i manutentori di edifici;
  • Gli operatori ecologici e tutti i lavoratori che si occupano di separare o raccogliere i rifiuti;
  • Badanti e addetti alla cura per professione, di persone non autosufficienti;
  • I lavoratori marittimi;
  • I pescatori;
  • Gli operai agricoli;
  • I siderurgici.

I vantaggi sulle pensioni per i lavori gravosi

Chi rientra in queste categorie può uscire a prescindere dall’età anagrafica al raggiungimento di 41 anni di contributi versati. La misura si chiama quota 41 ed è una misura strutturale, cioè non ha scadenza.

Oltre all’attività gravosa, da svolgere in 7 degli ultimi 10 anni di carriera o in 6 degli ultimi 7, occorre che almeno un anno dei 41 anni richiesti sia stato versato prima del compimento dei 19 anni di età. Infatti si parla di quota 41 precoci.

Con 36 anni di contributi versati invece si può avere accesso all’Ape sociale. In questo caso però occorre avere almeno 63 anni di età compiuti. Si percepisce un trattamento fino ai 67 anni che resta l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia, pari alla pensione maturata alla data di uscita con l’Ape sociale.

Anche in questo caso l’attività gravosa deve essere stata svolta per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per 6 degli ultimi 7 anni. Si tratta di un reddito ponte che accompagna il lavoratore al raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. Reddito ponte che viene percepito mese per mese come una classica pensione, ma senza tredicesima, senza maggiorazioni e integrazioni e la prestazione non può essere trasferita al coniuge tramite l’istituto della reversibilità in caso di decesso del titolare.

Pensione lavori usuranti quali sono?

I lavori gravosi non vanno confusi con i lavori usuranti. Infatti questo è un’altra macro categoria prevista dalla normativa vigente. I lavori gravosi sono le attività svolte da:

  • Chi lavora in galleria, cava, miniera o in ambienti sotterranei in genere;
  • Chi lavora ed è assoggettato per attività alle alte temperature;
  • Chi lavora in cassoni ad aria compressa;
  • Chi svolge l’attività di palombaro;
  • Chi è alle prese con lavorazione del vetro cavo;
  • Chi svolge mansioni relative all’asportazione dell’amianto;
  • Chi svolge lavori eseguiti prevalentemente e continuativamente in spazi ristretti (intercapedini, doppi fondi, stive navali, pozzetti e così via;
  • Chi è alle prese con lavori a catena o in serie;
  • Chi è conducente di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con una capienza superiore a nove posti;
  • Chi svolge lavoro per molti giorni all’anno di notte, cioè tra le ore 24:00 e le ore 05:00 della mattina.

Lavori usuranti i vantaggi per le pensioni

Per i lavori usuranti c’è uno scivolo pensionistico a parte ed esclusivamente a loro destinato. SI può andare in pensione già a partire dai 61,7 anni di età con almeno 35 anni di contribuzione versata.

Occorre però che venga centrata anche la quota 97,6, data dalla somma di età e contributi e dove sono valide anche le frazioni di anno. La quota e l’età pensionabile per la misura, solo ed esclusivamente per i lavoratori notturni può salire in base al numero di notti di lavoro svolte durante l’anno.

Pensioni e aspettativa di vita, stop per usuranti e gravosi

Ad entrambe le categorie, cioè sia per chi svolge lavori gravosi che per chi svolge lavori usuranti non si applicano gli aumenti relativi all’aspettativa di vita che hanno impattato sulle misure pensionistiche ordinarie (pensione di vecchiaia e pensione anticipata) issando le soglie di 5 mesi dal 1° gennaio 2019.

Per questi lavoratori la pensione di vecchiaia per esempio, continua ad essere fruibile a 66 anni e 7 mesi di età. In pratica i 5 mesi in più relativi allo scatto per le aspettative di vita imposti nel 2019 e tutt’ora validi, non vengono applicati. A differenza della pensione di vecchiaia ordinaria però, servono 10 anni in più di contributi, cioè 30 anni e non 20 come la quiescenza di vecchiaia ordinaria prevede.

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