Badante e colf, quando conviene aprire una partita IVA per lavorare?

martina bianchi
In quali casi per badanti e colf è più conveniente aprire una partita IVA? Scopriamolo con esempi sulle tasse da pagare.
badante

In alcuni casi anche a badanti e colf conviene aprire una partita IVA per svolgere il proprio lavoro. Non è il caso della badante convivente che per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 lavora per lo stesso datore di lavoro, perchè in questo caso conviene maggiormente essere regolarmente assunta. Ma nel caso della colf e della badante che lavorano per più di un datore di lavoro.

Badante e partita IVA, quando conviene?

Se si lavora per più famiglie con diversi orari in diversi giorni della settimana, sicuramente la Partita IVA è la scelta più saggia per la badante.

Il lavoro dipendente, sicuramente, da maggiori garanzie come ad esempio permessi e ferie, malattia, disoccupazione, tredicesima e quattordicesina e contributi pagati, cosa che la Partita IVA sicuramente non offre.

Ma con la Partita Iva, sicuramente, il datore di lavoro ha meno spese e proprio per questo motivo la badante può aumentare la tariffa oraria retribuita per fare in modo che possa andare a versarsi i contributi e possa garantirsi, anche, eventuale malattia non pagata.

Quali sono i vantaggi di lavorare per più famiglie con partita IVA? Sicuramente aprendo una partita IVA forfettaria la tassazione sarà minore al momento della dichiarazione dei redditi (il 5% di tassazione ma solo sul 67% di ricavi contro il 23% su tutta la retribuzione che deve pagare chi è assunta con regolare contratto). Ed ecco che anche solo con la tassazione la badante viene a guadagnare un 17% sulla sua retribuzione.

Si avrà, poi, una maggiore elasticità negli orari di lavoro e un minor rischio di dipendere economicamente da un solo datore di lavoro. E i guadagni maggiori.

Tassazione più bassa, un esempio

La badante assunta regolarmente deve presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi e pagare l’IRPEF sui propri guadagni, visto che non lo fa il datore di lavoro che non è sostituto d’imposta.

Supponiamo che una badante guadagni 1000 euro al mese. In sede di dichiarazione dei redditi dovrà versare il 23% sui guadagni percepiti durante l’anno (13000 euro) al netto delle detrazioni spettanti.

IRPEF da pagare 2990 (23% di 13000)

Detrazioni per lavoro dipendente: 1654 euro

Tasse da pagare: 1336 euro.

La badante che lavora a partita IVA, invece, dovrà versare il 5% ma solo sul 67% dei ricavi. Se la stessa badante, quindi, guadagna 1000 euro al mese pagherà le tasse solo su 670 euro al mese e non su tutti i 1000.

Tasse da pagare:  402 euro

Già sicuramente, quindi, vi è un guadagno non indifferente sulle tasse da pagare annualmente. Consideriamo, poi, che la badante, costando meno al datore di lavoro, può chiedere una retribuzione più alta e da questo si comprende che il guadagno potrebbe essere nettamente maggiore.

Ma ribadiamo che è una cosa che potrebbe essere conveniente solo per chi lavora part time per più famiglie e non per la badante convivente che lavora con un solo datore di lavoro.

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