Bonus 500 euro mamme con figli invalidi: ciò che non torna dell’agevolazione

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Il bonus mamme con figli disabili che è stato introdotto dalla legge di Bilancio 2021 fa sorgere molti dubbi, vediamo quali.
bonus mamma sulla pensione

La legge di Bilancio 2021 ha introdotto un bonus di 500 euro mensile per le mamme con figli disabili. Si è ancora in attesa del decreto attuativo per la misura ma già ad una prima occhiata ci sono diverse cose che non tornano.

Bonus mamme con figli disabili: i dubbi

Ad introdurre la novità il comma 365 della Legge di Bilancio 2021 all’articolo 1 che stabilisce alle mamme monoreddito o disoccupate con figlio disabile almeno al 60% un contributo mensile nella misura massima di 500 euro per 3 anni (fino alla fine del 2023).

Già qui, in ogni caso, sorge il primo dubbio. Il bonus sarà destinato solo alle mamme dei disabili maggiorenni? Perchè la norma parla di invalidità non inferiore al 60% ma, come tutti ben sappiamo, nel verbale di invalidità dei minori non viene indicato un valore percentuale all’invalidità stessa. Il dubbio, quindi, è che il bonus possa essere mirato solo ai figli invalidi maggiorenni ma questo lascia adito a molti dubbi sull’interpretazione che si potrebbe dare al bonus stesso (come a dire che la mamma di un figlio disabile minorenne non abbia bisogno di sussidi, forse perchè il figlio minorenne disabile frequenta la scuola dell’obbligo…).

Uno dei primi “difetti” che salta subito agli occhi di questo provvedimento è l’esclusione degli eventuali padri monoreddito o disoccupato (basti pensare a padri single, vedovi o divorziati che hanno affido esclusivo dei figli).

Anche il fatto di parlare di un contributo nel limite massimo di 500 euro mensili fa pensare: non si parla, infatti, nella norma di fasce di reddito che potrebbero variare in base all’ISEE o di eventuali incompatibilità con altre agevolazioni e misure a sostegno della famiglia o con ammortizzatori sociali.

La norma in questione, infatti, per l’applicazione rimanda ad un successivo decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio (quindi entro il 2 marzo 2021). Proprio questo decreto, di cui si è in attesa, dovrà disciplinare non solo l’erogazione e la richiesta dell’aiuto, ma anche i destinatari e le modalità.

Ma l’ultimo dubbio che sorge riguarda proprio l’erogazione del bonus: per ognuno dei 3 anni di sperimentazione della misura sono stati stanziati 5milioni di euro di contributi. La cosa, come al solito, farà scattare il perverso meccanismo di “chi prima arriva”.

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