Cartelle esattoriali annullate, ecco perché c’è una legge che azzera i debiti ma pochi la conoscono

mazzarella
Ecco come le cartelle esattoriali possono essere da annullare se la giusta procedura non si completa nei termini previsti.
cartelle esattoriali

Niente sanatorie, rottamazioni, condoni e così via dicendo. Ciò di cui parliamo non riguarda questi provvedimenti a termine e saltuari emanati dai vari governi. Le cartelle esattoriali annullate, partono da una legge di Bilancio di molti anni fa che stabilì alcune nuove regole sulla sospensione degli atti. Una normativa che ancora oggi è in vigore e che come vedremo, può davvero essere una specie di paracadute per i contribuenti indebitati con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e con gli Enti a cui i soldi delle cartelle sono dovuti.

Cartelle esattoriali annullate, ecco perché c’è una legge che azzera i debiti ma pochi la conoscono

Segnatevi 220 giorni, perché è il periodo temporale decisivo per capire ciò di cui adesso andremo a parlare. Un contribuente quando riceve una cartella esattoriale ha il diritto di presentare istanza per la sospensione dell’atto. Perché può scegliere di ricorrere contro la cartella esattoriale, allegando la documentazione necessaria a dimostrare la motivazione della richiesta di sospensione della riscossione. Il contribuente può indicare la motivazione per:

  • prescrizione sopravvenuta del debito;
  • pagamento del debito già effettuato in precedenza;
  • provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore o dietro sentenza di un Giudice;
  • qualsiasi altra causa.

Cartelle esattoriali, come non pagare i debiti

Per via della Legge di Stabilità del 2012, precisamente per la Legge numero 228 del 24 dicembre 2012, nello specifico di quanto disposto all’articolo 1 nei commi dal 537 al 543, le procedure di cancellazione della riscossione sono abbastanza chiare. Il contribuente che riceve una cartella ha 60 giorni di tempo per presentare istanza motivando la richiesta di cancellazione. L’Agenzia delle Entrate Riscossione che riceve l’istanza, deve, entro i successivi 10 giorni comunicare all’Ente da cui la cartella parte, ciò che il contribuente ha prodotto. Sarà l’Ente a rispondere al contribuente, accettando le motivazioni di quest’ultimo cancellando il debito e segnalando all’Agenzia delle Entrate Riscossione lo sgravio della cartella che così non sarà più da pagare. Oppure confermando il debito e chiedendo al contribuente di pagare ed all’Agenzia delle Entrate Riscossione di proseguire con la richiesta di pagamento coattivo. Se tutta questa procedura non si completa in 220 giorni, come previsto dalla Legge già citata, la cartella può dirsi annullata per una specie di meccanismo di silenzio assenso.

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