Lavoro: quando si può denunciare il datore di lavoro per mobbing

Mario nava
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Il mobbing è una delle cause maggiori di chiusura con controversia dei rapporti di lavoro tra datore e dipendente. Per mobbing come definizione si intendono tutti quelli atti e quei comportamenti vessatori che un datore di lavoro, un superiore, ma anche uno o più colleghi di lavoro possono mettere in atto contro un singolo lavoratore dipendente.

Ma quali sono questi comportamenti che se subiti dal dipendente, possono spingere quest’ultimo a denunciare il datore di lavoro? Vediamo nello specifico quali sono questi comportamenti e cosa succede quando si viene a creare in un posto di lavoro, questa incresciosa situazione.

Mobbing sul lavoro, alcuni esempi

Circoscrivere a determinate fattispecie di comportamenti la questione del mobbing non è certo cosa facile dal momento che non è chiaro nel dettaglio quando si può parlare di mobbing e quando no. Bisogna rifarsi alle sentenze che moltissimi tribunali del lavoro hanno prodotto in materia per avere più chiaro il quadro della situazione.

Per esempio la Suprema Corte di Cassazione, più volte ha definito mobbing  “l’insieme di comportamenti vessatori e/o persecutori, prolungati nel tempo e lesivi della dignità personale e professionale del lavoratore nonché della salute psicofisica dello stesso, perpetrati nei suoi confronti da parte di superiori e/o colleghi”. In pratica, si tratta di un insieme di comportamenti contro un lavoratore, in modo tale da isolarlo, metterlo in grave difficoltà e a volte addirittura umiliarlo.

Dal momento che si parla di “insieme di comportamenti” va sottolineato che molti di questi presi singolarmente non sono così gravi, ma che messi insieme creano appunto il mobbing. Alcuni esempi spiegheranno meglio questo arcano. Per esempio, se ad un dipendente vengono assegnate mansioni di lavoro inferiori come qualità e livello rispetto a quelle previste dal contratto, questa situazione può rientrare nel mobbing, ma a condizione che ci sia dell’altro, dal momento che per questioni strettamente legate alle esigenze del datore di lavoro, un cambio di mansioni giustificato da queste esigenze non è illecito.

L’elenco di queste pratiche vessatorie è piuttosto lungo, perché ci sono:

  • L’abuso di procedimenti disciplinari nei confronti del lavoratore, anche solo verbali;
  • La negazione delle ferie;
  • La negazione dei permessi;
  • La negazione dei riposi;
  • Offese;
  • Richiesta di lavoro straordinario non giustificato;
  • Richiesta di continuo lavoro festivo;
  • Molestie sessuali o fisiche;
  • Percosse;
  • Vessazioni psicologiche.

Mobbing, si tratta di atto illecito

Il mobbing è un comportamento illecito messo in atto nei confronti del lavoratore e la prima conseguenza di questo è la malattia. Infatti il mobbing comporta una malattia professionale indennizzabile che rientra nel perimetro del cosiddetto danno biologico.

Essere sottoposti a mobbing da diritto al lavoratore a ricorrere al Tribunale per denunciare il datore di lavoro. Naturalmente non è facile dimostrare il mobbing e l’onere di provare questa situazione, il danno subito e la malattia sopraggiunta, spetta in toto al lavoratore.

Il mobbing comunque non è una cosa da poco perché chi lo mette in atto può incorrere anche nella fattispecie di reato che è quello dei maltrattamenti sul posto di lavoro con conseguenze che sfociano nel penale.

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