IMU, TASI e TARI non pagate, il Comune cerca l’accesso al conto corrente del contribuente

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I Comuni vogliono avere accesso alla banca dati dei conti correnti dei contribuenti, ecco cosa accadrebbe.
conto corrente

L’evasione fiscale è una vera piaga sociale. Vale per le tasse che i contribuenti evadono con lo Stato, e vale anche per i tributi locali. Presto però potrebbe diventare effettiva una novità su cui da tempo i sindaci dei Comuni stanno lavorando. Infatti per facilitare la riscossione dei tributi locali evasi dai contribuenti l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) continua a chiedere l’accesso diretto alle banche dati dei conti correnti dei contribuenti.

IMU, TASI e TARI non pagate, il Comune cerca l’accesso al conto corrente del contribuente

L’INPS che deve liquidare sussidi come il reddito di cittadinanza o l’assegno di inclusione, oppure l’Agenzia delle Entrate riscossione quando si tratta di pignoramenti sui conti correnti per via delle cartelle esattoriali. Sono enti questi che hanno libero accesso alla banca dati dei conti correnti dei contribuenti e quindi possono verificare se un contribuente è solvibile e quindi attaccabile dal punto di vista delle sue dotazioni bancarie. La stessa cosa dal 2020 dovrebbe essere a disposizione dei Comuni. Infatti l’ANCI sta chiedendo da tempo il via libera ad un vecchio provvedimento che consentiva anche alle amministrazioni comunali di avere accesso alla banca dati dei conti correnti dei contribuenti. Naturalmente dei contribuenti residenti nel Comune.

Perché ai Comuni serve l’accesso ai conti correnti dei contribuenti

Entrando in vigore questa novità, i Comuni potrebbero avere più facilità nel recuperare i crediti che hanno nei confronti dei contribuenti. Soprattutto perché potrebbero avviare le azioni di esecuzione forzata direttamente su dei conti correnti che hanno capacità. Ciò che lamentano queste amministrazioni oggi infatti, è proprio il problema che spesso si trovano di fronte a contribuenti che non hanno nulla da pignorare perdendo tempo ed occupando le risorse umane in operazioni che non portano nessun frutto. Alessandro Canelli, Presidente della Fondazione IFEL dell’ANCI (IFEL assiste i sindaci in materia di finanza locale), ha confermato che questo accesso sarebbe neutro anche dal punto di vista della privacy dei contribuenti. Infatti potrebbe partire da questioni legate all’utilizzo di questi dati personali dei contribuenti il fatto che una norma del 2020 che avrebbe dovuto dare via libera all’accesso alle banche dati da parte dei Comuni, è ancora appesa.

Per i contribuenti sarebbe molto più difficile fare gli evasori

Senza questa soluzione i Comuni oggi sono ingessati nella loro operazione di recupero di questi crediti. Oggi serve una richiesta di autorizzazione ad un Giudice. E questa operazione ha costi rilevanti a volte superiori a ciò che un ente dovrebbe incassare. Naturalmente per i contribuenti cambierebbe tutto se il proprio Comune finirebbe con l’avere in mano questi dati. Sarebbe difficile farla franca come spesso accade oggi, con numerosi contribuenti che non pagano IMU, TASI, multe comminate dai vigili urbani e così via dicendo.

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