In pensione anche nel 2024 senza limiti di età e con due semplici requisiti

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Come andare in pensione anche nel 2024 con la quota 41 oggi in vigore.
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Si potrà andare in pensione anche nel 2024 con una misura che almeno fino al 2026 resterà questa come largamente previsto nel momento del suo varo. La misura è la quota 41 e i potenziali interessati, potranno godere di un vantaggio non indifferente in termini di pensionamento. Perché di fatto potranno lasciare il lavoro a qualsiasi età. Ma come funziona la misura e cosa occorre sapere?

In pensione anche nel 2024 senza limiti di età e con due semplici requisiti

La quota 41 è una misura di pensione anticipata riservata ad alcune categorie di lavoratori che hanno iniziato a lavorare molto giovani e che si trovano in condizioni di disagio economico, familiare, lavorativo o sociale. Si tratta di una possibilità di andare in pensione senza requisito anagrafico, ma solo con 41 anni di contributi versati. Già così, evidente il vantaggio della misura. Perché per esempio, un uomo per accedere alla pensione anticipata ordinaria deve lavorare per 42 anni e 10 mesi. Con questa misura invece, quasi due anni di lavoro in meno sono necessari.

Chi può accedere alla quota 41?

I lavoratori precoci, ovvero quelli che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva prima del 19° anno di età, sono il profilo degli interessati alla quota 41 precoci. I 12 mesi antecedenti i 19 anni di età, possono essere stati versati anche discontinuamente. Occorre però anche altro. Perché la misura non è generalista, nel senso che non riguarda tutte le categorie di contribuenti. Bisogna essere alternativamente un disoccupato, un invalido, un caregivers o un lavoratore alle prese coi lavori gravosi.

La quota 41 per i disoccupati

La prima categoria citata è quella dei disoccupati. Serve quindi uno stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale. Perché questi requisiti di disoccupazione? perché la quota 41 è collegata alla Naspi. Infatti chi perde il lavoro per propria volontà (dimissioni volontarie), non avendo diritto alla Naspi, non ha diritto nemmeno a quota 41. Necessaria la conclusione integrale della Naspi da almeno 3 mesi prima di presentare la domanda di pensionamento.

Invalidi e caregivers, ecco un altro profilo di beneficiari della misura

Possono avere accesso alla quota 41 anche i soggetti che hanno una invalidità superiore o uguale al 74%. Naturalmente accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile. Ma rientrano anche i soggetti che prestano assistenza, da almeno sei mesi, al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Disco verde anche per chi presta assistenza ad un disabile sempre grave, ma parente o affine di secondo grado convivente. Ma solo qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti.

Capitolo lavori gravosi, restano 15 le attività idonee alla quota 41 per i precoci

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Grazie allo svolgimento di una attività lavorativa gravosa per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, o per almeno 6 degli ultimi 7 anni di attività lavorativa, la quota 41 è perfettamente fruibile. Sono 15 le attività gravose che danno diritto a questa misura. Infermieri delle sale operatorie e ostetriche della sale parto che lavorano in turni, camionisti, educatori degli asili nido e maestre delle scuole dell’infanzia, personale ferroviario, sia macchinisti che viaggiante, sono solo alcune di queste 15 categorie il cui elenco è stato allegato al decreto che nel 2017 varò quota 41 per i precoci.

I requisiti della pensione con quota 41

Ricapitolando, chi appartiene ad una delle figure prima citate, può accedere alla quota 41 per i precoci. Nessun vincolo di età. Bastano 41 anni di contributi versati. DI questi, 35 devono essere effettivi da lavoro e quindi senza considerare i contributi figurativi da prestazioni INPS quali le disoccupazioni indennizzate o la malattia. E un anno deve essere stato versato prima di aver compiuto 19 anni di età. E non necessariamente un anno continuativo.

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