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Meno cartelle esattoriali, più rate e molti debiti azzerati: cosa cambia dal 2025

Ecco le tre grandi novità sulle cartelle esattoriali e cosa cambia per chi è indebitato con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Per le cartelle esattoriali il 2025 potrebbe benissimo essere considerato l’anno zero. Anche perché è stata varata la riforma della riscossione che effettivamente non ha lesinato novità in materia. Tra azzeramento delle cartelle troppo vecchie, nuove rateizzazioni lunghe e accertamento che diventa immediatamente esecutivo, le cose che cambiano sono davvero molte.

Partiamo direttamente con l’accertamento che rischia di rendere la cartella praticamente inutile, andando ad assottigliare i tempi della riscossione. Si tratta dell’unico intervento sulle cartelle esattoriali che potremmo definire penalizzante per il contribuente.

Infatti dal 2025 chi non ha versato il dovuto per tasse, imposte o altro, potrebbe non dover ricevere necessariamente la cartella esattoriale per iniziare ad aver paura delle conseguenze gravi che un debito di questa natura produce.

Meno cartelle esattoriali, più rate e molti debiti azzerati: cosa cambia dal 2025 con l’Agenzia delle Entrate Riscossione

Praticamente, diventa inutile la cartella esattoriale per attivare le procedure di esecuzione forzata dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Parliamo del fermo amministrativo, del pignoramento di stipendio, pensione o conto corrente e delle ipoteche.

In base ai dettami del Dlgs numero 110 del 29 luglio infatti, se il debito è relativo ad imposte statali quali quelle di registro e di successione, o se il debito nasce da sgravi fiscali e crediti d’imposta, la cartella esattoriale diventa inutile per il via alle azioni di esecuzione forzata prima citate. In altri termini, sarà sufficiente l’accertamento esecutivo per diventare immediatamente attaccabili.
Con l’Agenzia delle Entrate che avrà solo l’onere di notificare al contribuente l’avviso di accertamento.

Addio cartelle esattoriali e pignoramenti più rapidi

Un accertamento esecutivo invita il contribuente a pagare entro 60 giorni dalla notifica dell’atto. Decorsi 30 giorni dalla scadenza del pagamento le procedure di pignoramento, fermi e ipoteche, possono già scattare.

Senza che come oggi si debba passare prima da iscrizione a ruolo, emissione della cartella esattoriale, nuove scadenze e nuovi termini entro cui pagare. Fermo restando che la novità partirà dal primo gennaio prossimo, resta in vigore la salvaguardia che prevede la sospensione di 180 giorni della procedura di esecuzione forzata.

Una salvaguardia che la normativa in vigore però riduce al solo evento di una riscossione ad opera dello stesso soggetto che ha notificato l’avviso di accertamento.

La cancellazione automatica delle cartelle esattoriali

Diverse volte abbiamo affrontato l’argomento della cancellazione delle cartelle esattoriali emersa dal decreto di riforma delle riscossione. In effetti per quelle cartelle che fanno capo a contribuenti che secondo l’Agenzia delle Entrate non sono facilmente attaccabili e su cui per oltre 5 anni si è tentato invano di incassare, ecco che arriva la cancellazione senza domanda alcuna da parte dei contribuenti.
In altri termini l’Agenzia delle Entrate può dichiarare di non essere stata in grado di incassare la cartella di un contribuente, e di conseguenza la cancellerà dal suo magazzino crediti. Il contribuente interessato, per lo più falliti, deceduti o nullatenenti potrebbe vedere il loro estratto di ruolo completamente azzerato se pieno di queste cartelle più vecchie di 5 anni. Il debito tornerebbe ad essere dovuto all’Ente creditore che a sua volta potrà decidere se cancellarlo del tutto o riprovare l’incasso.

Piani di rateizzazione più lunghi sulle cartelle esattoriali

Le rate sono un altro argomento della riforma della riscossione. Parliamo di rate ordinarie. Oggi sono le rate che ogni contribuente può chiedere sulle sue cartelle esattoriali e che possono arrivare a 72 rate mensili. Solo nel caso di grave e documentata situazione economica e finanziaria, il contribuente può spuntare fino a 120 rate.
Dal 2025 e di biennio in biennio la novità porterà la possibilità di avere 120 rate per tutti gli indebitati. Fermo restando che la rata minima non deve scendere, come già oggi funziona, sotto i 50 euro. Nel 2025 le rate ordinarie classiche saranno fino a 84, passando poi a 96 dal 2027, a 108 dal 2029 e a 120 dal 2031.