Andare in pensione 7 anni prima anche nel 2025 grazie all’isopensione, ossia lo scivolo pensionistico che permette di lasciare il mondo del lavoro con 7 anni di anticipo. Anche per quest’anno le aziende medio-grandi possono utilizzare lo scivolo per offrire un incentivo all’esodo (accompagnamento alla pensione) per il personale in esubero.
I datori di lavoro con più di 15 dipendenti ed eccedenza di personale possono, infatti, stipulare accordi con le organizzazioni sindacali prevedendo un incentivo all’esodo dei lavoratori più anziani e più vicini al raggiungimento dei requisiti Fornero per il trattamento di vecchiaia o per quello anticipato ordinario.
Fino al 2026 la misura permetterà un anticipo di massimo 7 anni invece degli ordinari 4 anni. Si tratta di un’opportunità che consente di accedere alla pensione con un assegno mensile a carico dell’azienda fino al momento in cui scatta la pensione vera e propria.
Pensione 7 anni prima, i requisiti
L’accesso all’isopensione è riservato ai lavoratori dipendenti del settore privato. Per poter usufruire di questa formula è necessario che l’azienda abbia almeno 15 dipendenti e si trovi in una condizione di esubero di personale. L’accordo deve essere stipulato tra datore di lavoro e sindacati, convalidato dall’INPS.
Il lavoratore deve trovarsi entro i 7 anni dalla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. L’azienda si impegna a garantire un’indennità mensile equivalente alla pensione maturata fino al momento della decorrenza effettiva dell’assegno previdenziale.
L’onere finanziario dell’isopensione è interamente a carico dell’azienda, che deve anche coprire la contribuzione correlata per non far perdere alcun diritto al dipendente.
Chi può andare in pensione 7 anni prima
L’isopensione è una misura vantaggiosa per i lavoratori prossimi alla pensione, ma riguarda esclusivamente le imprese medio-grandi, visto che le piccole aziende non possono accedere a questo strumento.
Possono usufruirne i lavoratori che si trovano a meno di 7 anni dal pensionamento per vecchiaia (attualmente fissato a 67 anni) o da quello anticipato (fissato a 42 anni e 10 mesi di contributi richiesti per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).
L’accordo sindacale e la sostenibilità economica dell’operazione sono elementi fondamentali per l’adesione all’isopensione. L’INPS verifica che l’azienda abbia le risorse necessarie per garantire l’assegno fino alla pensione vera e propria, evitando così interruzioni nei pagamenti.
I lavoratori che accedono all’isopensione non devono preoccuparsi della perdita dei contributi, in quanto l’azienda si fa carico anche della parte previdenziale, assicurando il diritto alla pensione piena al momento della decorrenza.
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