Per accedere alla pensione è necessario cessare il rapporto di lavoro dipendente. Uno dei requisiti richiesti per poter ricevere l’assegno previdenziale, infatti, è che il rapporto di lavoro sia cessato alla data della decorrenza della pensione.
Ma questo vincolo imposto ai lavoratori non sempre appare molto chiaro.
Pensione e cessazione del rapporto di lavoro
La richiesta di cessazione del rapporto di lavoro, infatti, appare in contrasto che la possibilità di cumulare redditi da lavoro con redditi da pensione, concessa a partire dal 1 gennaio 2009.
Dopo la pensione si può continuare a lavorare, lo dice la legge. Ma per i lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza della pensione, è necessario che il rapporto di lavoro sia cessato. Tale cessazione, inoltre, deve riguardare tutte la attività lavorative non al momento del perfezionamento dei requisiti ma al momento che si ha diritto al pagamento del primo rateo pensionistico. Il diritto al pensionamento, quindi, per i lavoratori dipendenti si ottiene solo al momento della cessazione dell’attività lavorativa.
Ma a questo punto, dovendo il lavoratore smettere di lavorare per acquisire il diritto alla pensione, potendo dopo la pensione lavorare (perchè concesso dalla legge) quando deve essere lunga l’interruzione del rapporto di lavoro?
Se il lavoratore dopo la pensione intende lavorare per la stessa azienda è necessario che vi sia almeno 1 giorno di interruzione del rapporto. Ipotiziamo decorrenza della pensione il 1 giugno. Il 31 maggio il lavoratore deve smettere di lavorare, ma la stessa azienda, già il 2 giugno può riassumerlo.
Se invece dopo la pensione di lavorerà per un’azienda diversa non serve l’interruzione di un giorno: fino al 31 maggio si lavora per la vecchia azienda e dal 1 giugno, giorno di decorrenza della pensione, si può iniziare a lavorare per la nuova.