Pensione quota 95? perché si parla di una combinazione 60+35

Mario nava
Pensione quota 95? perché si parla di una combinazione 60+35 come di quella che potrebbe risolvere i problemi.
Pensione quota 95? perché si parla di una combinazione 60+35 come di quella che potrebbe risolvere i problemi.

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio la modifica apportata all’opzione donna ha fatto subito discutere. Dal 1 gennaio questa misura ha cambiato pelle, non permettendo alle lavoratrici interessate, di pensionarsi a 58 anni con 35 anni di contributi. O almeno non lo ha permesso più alle generalità delle lavoratrici. La manovra ha introdotto limiti e profili di tutela differenti per poter beneficiare della misura. Ed anche età di accesso variabili in base al numero di figli. Limitazioni che adesso molti sostengono debbano essere cancellate, anche a costo di confermare come età di uscita quella dei 60 anni per tutti. Ed una misura del genere potrebbe andare anche oltre la semplice destinazione per le lavoratrici. Infatti c’è chi pensa ad una pensione contributiva per tutti a 60 anni. Una nuova pensione quota 95? perché si parla di una combinazione 60+35 come ideale per tutti.

Pensione quota 95? perché si parla di una combinazione 60+35

Moltissime sono le lavoratrici che, sperando in una proroga secca, si sono scontrate con la dura realtà della legge di Bilancio. Lavoratrici che sono state private della possibilità di potersi pensionare quest’anno. E tutte sperano in un intervento che possa in qualche modo ammorbidire quanto previsto dalla manovra. La proroga secca è impensabile, almeno stando a ciò che dicono al governo, anche se con qualche eccezione. Pensionarsi a 58 anni con questa misura, senza figli avuti e senza appartenere a determinate categorie meritevoli di tutela, non sarà più possibile. Questione di cassa naturalmente. A 60 anni però forse qualcosa è possibile fare. Anche perché come tutti sanno la pensione di opzione donna è contributiva. Significa pensione calcolata con un sistema penalizzante per le donne che potevano, aspettando la pensione ordinaria, godere di un calcolo misto della prestazione. E allora perché non pensare ad una estensione ben oltre le donne? Così da introdurre una pensione a 60 anni invece che a 58 e il futuro delle pensioni a quota 95 per tutti.

Pensione a 60 anni con quota 95 per tutti

L’alternativa proposta per opzione donna è quella di prorogare la misura secca, ma con 60 anni di età per l’accesso e questo ci fa riflettere. L’opzione donna è sempre stata una misura altamente penalizzante per le lavoratrice che l’hanno scelta. Il ricalcolo contributivo è per sempre e può portare anche a tagli molto pesanti della pensione. Un conto quindi, è poterla cogliere a 58 anni e accedere, dopo la finestra di attesa di 12 mesi a 59 anni. In questo modo, percependo la pensione per circa 8 anni in più rispetto a quella di vecchiaia si riesce ad ammortizzare la perdita con la più lunga fruizione della pensione. Accedere a 60 anni con una finestra di 12 mesi porterebbe il pensionamento effettivo a 61 anni e ad un anticipo di soli 6 anni rispetto a quella di vecchiaia. Rendendo di fatto meno appetibile l’uscita. E con una estensione a tutti il ragionamento non cambierebbe. Donando alla misura quella flessibilità che serve, lo scarso appeal che fa piacere allo Stato che punta al low cost e permettendo a chi non guarda a queste cose, di pensionarsi in anticipo.

Pensione per tutti a 60 anni, ma con quanti contributi?

Pensione a 60 anni invece che a 58 e il futuro delle pensioni a quota 95, così titoliamo perché di fatto sarebbe una specie di ritorno al passato. Anche se contributiva la prestazione somiglia alle vecchie pensioni di anzianità. Quelle che si centravano per esempio, con 60 anni di età e 35 anni di contributi e con contestuale completamento della quota 96. Per una opzione uomo, opzione donna per tutti o con qualsiasi altro nome si vorrà chiamarla, basteranno 35 anni di contributi e 60 anni di età per la pensione. Accettando i tagli di assegno del contributivo naturalmente. Aspettando i 12 mesi di finestra e magari dovendo completare i requisiti entro l’anno precedente il pensionamento. Ma lasciando libera scelta al lavoratore.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie