Pensioni 2022: quota 102 per molti è meglio di quota 100

Mario nava
Importo delle pensioni e più tempo per completare i requisiti, la quota 102 per le pensioni 2022 è una cosa positiva.
pensione

Con la legge di Bilancio nel 2022 viene inserita quota 102. Il governo nella manovra ha completato il varo di quella misura che andrà a sostituire quota 100.

La quota 100 va in soffitta e viene sostituita da un’altra misura che prevede una uscita al soddisfacimento di una quota dettata dalla somma di età e contributi. Si passa dalla combinazione 62+38 a quella 64+38. Ma non tutti saranno penalizzati da questo cambiamento.

Due anni di età in più per la pensione nel 2022 con le quote

Con quota 100 servivano 62 anni di età e 38 anni di contributi. Parliamo naturalmente di soglie minime. Per quota 102, sempre come requisiti minimi, servono 64 anni di età anagrafica e 38 anni di età contributiva.

Entrambe le misure prevedono il divieto di cumulo dei redditi da pensione, con quelli di eventuali attività di lavoro. Unica eccezione  il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui. Vicolo che vale fino al raggiungimento dei 67 anni di età. Resta la decorrenza posticipata anche con la quota 102. Finestre di attesa di 3 mesi nel settore privato e di 6 mesi nel Pubblico Impiego.

Pensioni in anticipo per i nati nel 1960? Con le quote no

Per i nati nel 1960 la quota 100 fermata al 31 dicembre 2021 e la nuova quota 102 in vigore dal primo gennaio 2022 sortiscono il medesimo effetto. Nessuna pensione anticipata con le quote. Fuori da quota 100 perché si compiono i 62 anni troppo tardi e fuori da quota 102 perché non si arriva a 64 anni in tempo utile.

Alternative alla pensione di vecchiaia per questi lavoratori resta solo la pensione anticipata ordinaria, con 42,10 anni di versamenti per gli uomini o 41,10 anni per le donne. Oppure con un anno di contribuzione anche discontinuo prima dei 19 anni di età e l’appartenenza a particolari categorie, potrebbe tornare utile a qualcuno, la quota 41.

Quota 102, non solo svantaggi

Resta il fatto che anziché parlare di uno scalone di 5 anni, che di fatto si abbatte solo sui già citati nati nel 1960 e su molti nati nel 1959, la quota 102 va vista positivamente. Per esempio, chi non è riuscito a centrare la pensione con quota 100 per via del requisito contributivo, ha di fatto un anno in più per completarlo. Parliamo dei nati nel 1958 che per pochi mesi di contribuzione non hanno centrato la quota 100.

Con quota 102 questi soggetti potranno dare la caccia ai 38 anni anche nel 2022. E va ricordato anche il fatto che statistiche alla mano, con la quota 100 l’età media di uscita ha sfiorato i 64 anni nonostante la soglia minima fosse a 62 anni.

Il fatto che uscire a 64 anni di età da diritto ad un assegno più alto rispetto ad una uscita a 62 anni, dipende dai coefficienti di trasformazione del montante dei contributi in pensione. Coefficienti più vantaggiosi a 64 anni rispetto a 62.

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