Pensioni 2024, 3 misure a confronto, uscite a 61, 62 o 63,5 anni di età

mazzarella
Ecco tre diversi strumenti per le pensioni anticipate nel 2024, uscite con età variabili ma prima dei 67 anni di età.
pensioni 2024

Il ventaglio delle possibilità di andare in pensione nel 2024 sono varie. Le alternative alla misure ordinarie sono però sempre le solite, cioè quelle che anche lo scorso anno erano disponibili per i lavoratori. Ci sono 3 misure che possono essere sfruttate. Nel 2024 però per tutte e 3 queste misure sono cambiate alcune regole. Ecco una per una come funziona la pensione nel 2024 con queste misure.

Pensione a 63 anni e 5 mesi nel 2024, ecco come

Per andare in pensione nel 2024 l’Anticipo pensionistico sociale è una possibilità. Servono:

  • almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • almeno 30 o 36 anni di contributi versati.

La misura è destinata però solo a particolari categorie che sono:

  • caregivers;
  • invalidi;
  • lavori gravosi;
  • disoccupati.

Ad ogni categoria ci sono requisiti aggiuntivi da completare e servono carriere diverse dal punto di vista dell’età contributiva. Nello specifico:

  • 30 anni per invalidi, caregivers e disoccupati;
  • 36 anni per i lavori gravosi.

I requisiti per ogni singola categoria sono:

  • lavori gravosi svolti per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni;
  • disoccupati che hanno già terminato di percepire tutta la Naspi;
  • invalidi almeno al 74%;
  • caregivers che da almeno 6 mesi convivono ed assistono un parente stretto disabile grave.

La misura però ha dei difetti dal punto di vista degli importi ed ha delle regole piuttosto restrittive. Infatti con l’Ape sociale bisogna fare i conti con:

  • una pensione non superiore a 1.500 euro al mese;
  • niente tredicesima;
  • assenza di integrazioni al minimo e trattamenti;
  • niente assegni per il nucleo familiare;
  • nessuna indicizzazione al tasso di inflazione;
  • niente reversibilità.

Pensione a 62 anni nel 2024, il calcolo non è favorevole

A 62 anni di età invece, ecco che il 2024 offre la quota 103. Una prestazione che si centra con:

  • almeno 62 anni di età;
  • almeno 41 anni di contributi versati.

La misura non ha vincoli relativi alla categoria di appartenenza come l’Ape sociale. L’unica cosa da considerare sono i 35 anni di contributi effettivi e quindi al netto di quelli figurativi da disoccupazione e malattia. Anche la quota 103 però ha delle problematiche assai particolari soprattutto sugli importi della prestazione. Infatti:

  • la pensione non può superare 4 volte il trattamento minimi INPS;
  • il calcolo della prestazione è interamente contributivo.

Nel settore privato la decorrenza della prestazione è posticipata di 7 mesi mentre nel pubblico impiego è posticipata di 9 mesi.

Per le donne la pensione contributiva

Opzione donna è una prestazione che può essere sfruttata pure nel 2024. Anche in questo caso sono cambiate le regole rispetto al 2023. Infatti per uscire con opzione donna bisogna completare entro il 31 dicembre dell’anno precedente:

  • almeno 61 anni di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati.

L’età anagrafica cambia in base ai figli avuti. Infatti con un solo figlio avuto la lavoratrice può uscire dal lavoro a 60 anni con 35 di contributi. Sempre completando i requisiti entro il 31 dicembre del 2023. Con due figli invece, l’età scende a 59 anni sempre con 35 anni di contributi e sempre con requisiti completati entro l’anno precedente. La pensione con opzione donna è calcolata con il sistema contributivo. Anche in questo caso, la misura è destinata solo a determinate categorie e cioè:

  • invalide almeno al 74%;
  • caregivers che da almeno 6 mesi assistono un parente stretto disabile con cui convivono;
  • licenziate o alle prese con aziende con tavoli di crisi avviati al Ministero del Made in Italy.
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