Pensioni 2024 a 62 anni, cosa serve e come l’INPS ti calcola l’assegno

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Ecco le regole stringenti per la pensiona quota 103 a 62 anni di età nel 2024.
pensioni 2024

Per i nati nel 1962 la pensione può diventare realtà adesso dopo il varo della Legge di Bilancio. La quota 103 è stata confermata e non era certo una cosa scontata. Piaccia o non piaccia la misura può servire a molti lavoratori.
La misura che prese il posto della quota 102 da gennaio 2023, anziché cessare a fine 2023 adesso durerà fino al 2024. Discutibili alcuni cambiamenti che hanno finito con il renderla probabilmente meno appetibile. Il vantaggio anagrafico c’è, ma non si può non parlare di trappole per la nuova veste data alla misura.

Pensioni 2024 a 62 anni, cosa serve e come l’INPS ti calcola l’assegno

La quota 103 è una misura di pensionamento anticipato che riguarda i lavoratori a prescindere dal genere, dal lavoro svolto e da qualsiasi altro fattore. In pratica non ci sono limitazioni. Basta raggiungere l’età minima prevista e la contribuzione minima necessaria. La somma di età e contributi deve dare 103, ma partendo da due soglie fisse che sono i 62 anni di età ed i 41 anni di contributi. In termini pratici, possibile il pensionamento a 63 anni con 41 di contributi o a 62 anni con 42 anni di contributi. Ma mai il pensionamento con 61 anni di età e 42 di contributi o viceversa, con 40 anni di contributi e 63 anni di età. Poca flessibilità quindi. E se si considera che la soglia per la pensione anticipata è fissata a 42,10 anni di contributi è evidente che molti sarebbero propensi alla misura ordinaria piuttosto che alla quota 103. Soprattutto davanti alle evidenti penalizzazioni di assegno introdotte.

Quota 103 penalizzante? ecco la verità

Nel 2024 la misura è stata confermata con dei limiti molto netti che rischiano di spingere, come detto, un lavoratore a lasciare stare rinunciando ad un anticipo non così elevato. basti pensare alle lavoratrici che a 41,10 anni di contributi possono andare in pensione con le anticipate ordinarie e che per soli 10 mesi di anticipo dovrebbero accettare pensati tagli di assegno.
La quota 103 del 2024 rispetto a quella valida per tutto il 2023, prevede il calcolo contributivo della prestazione. Pertanto, una misura che risulta penalizzante per i pensionati. Solo chi ha compiuto già almeno 62 anni di età ed almeno 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, può ovviare a queste regole di calcolo piuttosto penalizzanti. Nel 2024 la prestazione non può essere più alta di 4 volte il trattamento minimo INPS.

Non tutti i tagli durano per sempre

Chi ha diritto ad una pensione più alta, perderà parte della pensione, ma solo fino ai 67 anni di età. Infatti al compimento dei 67 anni di età la prestazione viene ricalcolata. Con la quota 103 c’è il vincolo del divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi da lavoro. Chi prende la pensione di quota 103 può soltanto svolgere un lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Anche in questo caso solo fino ai 67 anni di età quando questo vincolo viene meno. Il calcolo contributivo della prestazione però resta per sempre. Significa che quanti hanno subito un taglio di oltre il 30% con la pensione di quota 103, questa perdita la subirà per sempre. Chi ha oltre 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995, avendo diritto al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011 perde tanto di assegno.

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