Prenderà oltre 2.000 euro di pensione in più chi può uscire a 63 ma rimanda a 64 anni la quiescenza Prenderà oltre 2.000 euro di pensione in più chi può uscire a 63 ma rimanda a 64 anni la quiescenza

Pensioni a 60 anni per gli uomini e 50 o 55 per le donne, e l’invidia cresce

Il nostro sistema pensioni è un sistema che secondo i più, soprattutto secondo i lavoratori, ha requisiti troppo rigidi ed elevati di pensionamento. E dalle notizie che trapelano per una eventuale riforma delle pensioni, non c’è da stare allegri. Perché anziché migliorare la situazione tutto rischia di peggiorare. La riforma delle pensioni però non riguarda solo l’Italia. Se da noi c’è da superare la rigida riforma Fornero, in altri Stati ci sono da risolvere altri problemi. Resta il fatto che gli italiani sono straconvinti di avere a che fare con uno dei sistemi previdenziali più complicati quando è il momento di andare in pensione. La prova è quella di cui parlano diverse agenzie di stampa italiane ed internazionali. In un Paese lontano stanno parlando di una riforma delle pensioni che peggiorerà i requisiti di accesso. Una cosa che se paragonata all’Italia conferma ciò che molti italiani pensano.

Pensioni a 60 anni per gli uomini e 50 o 55 per le donne, e l’invidia cresce

In Italia andare in pensione, parlando delle pensioni ordinarie ha due diverse vie. Una a 67 anni con 20 anni di contributi e si chiama pensione di vecchiaia. Un’altra senza vincoli di età, ma con la bellezza di 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 per le donne. Ed in più, una finestra di 3 mesi per la decorrenza. Parlare di pensioni anticipate superando 43 anni di contributi forse è una vera assurdità. E costringere un lavoratore impegnato in mansioni pesanti (edili, facchini, agricoli e chi più ne ha più ne metta), a stare al lavoro fino a 67 anni non sembra una cosa dignitosa socialmente. Perché di vie alternative di pensionamento ce ne sono. Ma hanno una marea di requisiti stringenti che le rendono difficili da sfruttare. E la maggioranza dei lavoratori per la pensione guardano sempre alle due misure ordinarie. Volete sapere come si va in pensione invece in Paesi che forse in Italia consideriamo negativamente come amministrazioni, leggi e così via dicendo? In Cina sembra siano alle porte di una una riforma delle pensioni. Ma parlare di inasprimenti appare davvero esercizio azzardato se la vediamo con occhi italiani. Sembra piuttosto una riforma soft.

Come cambieranno le pensioni in Cina fino al 2040

In Cina si parla di una riforma delle pensioni con rialzo dell’età pensionabile. Un inasprimento a partire dal 2025, ma progressivo fino al 2040. Ciò che può dare quel senso di invidia agli italiani è la base di partenza di tutta questa storia. Infatti pare che per gli uomini dal 2025 al 2040 piano piano si passerà da 60 anni di età pensionabile a 63 anni. Per le donne invece si passerà dagli attuali 50 anni per le addette di fabbrica (probabilmente lavoro gravoso o usurante secondo le regole cinesi) o 55 per impiegate, dirigenti e quadri, a 55 e 58 anni.

Dal punto di vista dei contributi la via è la stessa. Perché se oggi bastano 15 anni di contributi, con la riforma si passerà a 20 anni. Ed anche in questo caso piano piano, in maniera progressiva dal 2023 in poi.
Naturalmente in Cina le polemiche sono già aspre. Il Parlamento cinese però pare che abbia già dato il via libera alla riforma. Il motivo, secondo le indiscrezioni provenienti dalla Cina, è il calo della forza lavoro che si vuole detonare mantenendo più a lungo i lavoratori in servizio. Ma anche per il pericolo di conti pubblici sempre più in rosso.