Pensioni a 62 anni, novità 2024 ma non per tutti

mazzarella
Ecco chi si salva dagli inasprimenti della pensione a 62 anni con la quota 103.
anticipare la pensione

Anche nel 2024 si potrà andare in pensione a 62 anni di età. Lo ha deciso il governo prolungando di un anno la Quota 103. Infatti anche nel 2024 la misura permetterà ai lavoratori di accedere al pensionamento con 41 anni di contributi. Ma sono cambiate le regole di calcolo della pensione. Perché l’importo massimo ottenibile con la misura è sceso e soprattutto, perché adesso entra in vigore il calcolo contributivo.

Pensioni quota 103 nel 2024, come funziona?

Non c’è miglior modo per capire le differenze tra la vecchia quota 103 e la nuova, che paragonare le due misure. La versione 2023 ha le seguenti regole:

  • età minima 62 anni;
  • contributi minimi 41 anni;
  • pensione massima fruibile non superiore a 5 volte il trattamento minimo;
  • finestre di uscita di 3 mesi per il settore privato e 6 mesi nel pubblico impiego;
  • divieto di cumulo con redditi da lavoro ad esclusione del lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui;
  • calcolo misto della prestazione, cioè retributivo fino al 1996 (o al 2012 per chi ha minimo 18 anni di contributi prima del 1996) e contributivo poi.

La versione 2024 invece:

  • età minima 62 anni;
  • contributi minimi 41 anni;
  • pensione massima fruibile non superiore a 4 volte il trattamento minimo;
  • finestre di uscita di 6 mesi per il settore privato e 9 mesi nel pubblico impiego;
  • divieto di cumulo con redditi da lavoro ad esclusione del lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui;
  • calcolo contributivo della prestazione.

La cristallizzazione del diritto

Evidente che chi lascerà il lavoro con la quota 103 nel 2024 sarà penalizzato. Perché anche se spettante, un lavoratore non potrà prendere una pensione pari a 5 volte il trattamento minimo come invece fanno quelli che riescono ad uscire nel 2023 con la stessa misura. Finestre per la decorrenza più lunghe, con il primo rateo di pensione che a parità di condizioni, slitta di 3 mesi sia nel settore privato che nel settore pubblico tra chi esce nel 2023 e chi invece esce nel 2024. Ma è il calcolo contributivo a determinare il danno maggiore. Con la pensione che a parità di contributi versati e di età di uscita, per chi esce nel 2024 può essere anche del 30% inferiore a chi esce nel 2023. Ma chi matura i requisiti entro la fine del 2023, ovvero chi ha già completato oggi i 62 anni di età ed i 41 anni di contributi, può anche decidere di restare al lavoro uscendo nel 2024 con la quota 103. Utilizzando la vecchia misura, quella più conveniente quindi. Perché vige la cristallizzazione dl diritto.

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