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Pensioni anticipate e di vecchiaia, ecco gli sfortunati che perdono 3 o addirittura 7 anni di pensione

Come è possibile che nel sistema pensionistico un lavoratore salta la pensione a 64 anni poi a 67 anni e arriva in quiescenza solo a 71 anni.

Sarà anche vero che il sistema previdenziale va nella direzione di un concreto inasprimento dei requisiti di accesso per i prossimi anni. Ma è altrettanto vero che già adesso molti lavoratori si ritrovano in particolari condizioni che li portano a rischiare di prendere la pensione ben oltre i 70 anni.
Ci sono effettivamente soggetti che possono essere considerati sfortunati e che si trovano dentro i possibili beneficiari di una pensione a 64 anni, come età e contributi naturalmente. Ma che per alcuni autentici cavilli, devono rimandare l’uscita di 3 anni. Anzi, gli stessi soggetti che a 67 anni rientrano come età e contributi nella possibilità di andare in pensione di vecchiaia, per gli stessi cavilli devono rimandare l’uscita addirittura di altri 4 anni. Per un totale di 7 anni.
Ma com’è possibile che una persona che matura la giusta età e la giusta carriera per andare a 64 anni, poi non riesce ad andare in pensione nemmeno a 67 anni tanto è vero che deve posticipare l’uscita a 71 anni? Sono le stranezze del sistema previdenziale con il contributivo.

Pensioni anticipate e di vecchiaia, ecco gli sfortunati che perdono 3 o addirittura 7 anni di pensione

Le regole delle pensioni contributive sono diverse da quelle retributive e non solo per il sistema di calcolo dei trattamenti. Perché effettivamente anche i requisiti di accesso ad alcune misure cambiano tra chi rientra nel sistema misto e chi invece, avendo iniziato a versare solo dopo il 1995 rientra nel contributivo. E per questi ultimi ci sarebbe anche una valida opportunità di andare in pensione qualche anno prima rispetto al solito, visto che esiste la pensione anticipata contributiva che si centra a 64 anni.
Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono le tre pensioni di vecchiaia (anche l’anticipata contributiva per noi è una sorta di pensione di vecchiaia anticipata visto che ha 20 anni di contributi da centrare) che si prendono quando un lavoratore ha iniziato a versare sopo il 31 dicembre 1995.

Le tre diverse pensioni di vecchiaia per i contributivi puri

La prima misura di pensionamento che si può sfruttare come contributivo puro è quella a 64 anni di età. Parliamo della pensione anticipata contributiva che si centra con:

  • 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • tutti gli uomini e le donne senza figli devono raggiungere una pensione pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale;
  • le donne con un solo figlio avuto devono raggiungere una pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale;
  • le donne con più figli avuti devono raggiungere una pensione pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale.

La seconda misura che si può sfruttare come contributivo puro è quella a 67 anni di età. Parliamo della pensione di vecchiaia ordinaria che si centra con:

  • 67 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • un trattamento non inferiore all’importo dell’assegno sociale.

Infine ecco la terza via, che è quella ultima da sfruttare come contributivi puri e che per esempio a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 non si applica. Nel dettaglio i requisiti sono:

  • 71 anni di età;
  • 5 anni di contributi.

Ecco come una pensione ipotetica a 64 anni arriva ad essere effettiva a 71 anni

Per quanto detto prima e guardando ai requisiti sopra citati per ogni misura, è inevitabile fare un ragionamento. Ammettiamo che un contribuente abbia avuto carriere costellate da lavori saltuari, part time o intermittenti. E che a 64 anni abbia raggiunto già 20 anni di contributi. Se non centra una pensione da 2,6, 2,8 o 3 volte l’assegno sociale, nonostante abbia completato il doppio vincolo anagrafico e retributivo in pensione non potrà andarci.

E quindi fa bene a guardare alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Ma allo stesso modo, se per via del lavoro particolare che ha svolto, a 67 anni con 20 anni di contributi non raggiunge un trattamento quantomeno pari a 534 euro circa al mese come è oggi l’assegno sociale, in pensione non potrà andarci.

E non sono pochi coloro che dopo 20 anni di contributi non raggiungono una pensione di importo pari all’assegno sociale. Perché nel sistema contributivo le pensioni sono calcolate in base al valore dei contributi versati e senza maggiorazioni, integrazioni e altre somme aggiuntive. Ed ecco che l’ultima via, quella più semplice e senza particolari vincoli si trova ben 7 anni dopo, ovvero a 71 anni. Infatti solo allora questi soggetti potranno prendere la loro pensione di vecchiaia contributiva che non prevede alcun limite di importo.