Pensioni: da quota 102 a quota 104, poi quota 41 per tutti, ma da quando?

Mario nava
Le ultime novità per la riforma delle pensioni.
pensioni

Inizia a prendere corpo l’ipotesi di riforma delle pensioni, ma per gradi e di peggioramento in peggioramento fino al 2026. Le ultime ipotesi sulla riforma delle pensioni spingono a credere (e lo dimostra la bozza della legge di Bilancio), che la via sia ormai tracciata. Infatti si parla insistentemente di quota 102.

Il dopo quota 100 con la sua pensione con combinazione minima 62+38, passerà ad una nuova con combinazione altrettanto minima 64+38. Ma questo solo temporaneamente, perché nel 2023 si dovrebbe passare ad una quota 104 con 63 anni di età minima uniti a 41 anni di contributi.
Sarebbe questa una nuova idea lanciata dalla Lega, che alla fine pare intenzionata a dire di si a quota 102, ma con all’orizzonte la quota 41 per tutti.

Riforma delle pensioni con gradualità

Una cosa che appare chiara è che per adesso la riforma delle pensioni resterà un miraggio. Ciò che uscirà fuori dalla legge di Bilancio sarà solo la nuova quota 102, la proroga dell’Ape sociale e la proroga di Opzione donna. E la quota 102 servirà solo a detonare di qualche anno lo scalone del post quota 100.

Ma in questo progetto, si incastona adesso una nuova proposta della Lega di Matteo Salvini. Perché quota 102 dovrebbe essere temporanea, cioè valida solo per un anno, in un progetto che porterebbe al varo della tanto discussa quota 41 per tutti.

Il progetto quota 41 per tutti, da quando in vigore?

Stando alle indiscrezioni quindi, da quota 100 fino al 31 dicembre 2021, si passerà a quota 102 fino al 31 dicembre 2022 e poi a quota 104 fino al 2026. Sarebbe questa una nuova veduta di una ipotetica riforma delle pensioni che la Lega vorrebbe introdurre.

Infatti al termine della sperimentazione di quota 102, con la sua pensione a partire dai 64 anni con 38 anni di contribuzione, si passerebbe a quota 104, con l’età pensionabile minima in discesa a 63 anni, ma con 41 anni di contributi versati.

In altri termini, dopo quota 102 si passerebbe ad una quota 41 con età minima a 63 anni. Anche in questo caso, una misura limitata nel tempo, con il 2026 che dovrebbe essere l’anno per la quota 41 per tutti, senza limiti anagrafici. Entrerebbe in vigore la nuova pensione anticipata, che cancellerebbe le uscite con 42,10 per gli uomini  e 41,10 anni per le donne come previsto oggi dal sistema.

Certo, una riforma graduale che sarà difficile da accettare per i lavoratori e per i sindacati, anche perché un progetto così lungo nel termine, entra dentro il perimetro della prossima legislatura. E non è detto che la prossima legislatura sia con la Lega al governo. In effetti sembra più uno spot elettorale che altro.

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