Pensioni: nati dal 1957 al 1959, tre vie per lasciare il lavoro entro il 31 dicembre prossimo

Mario nava
Non è necessario attendere i 67 anni per accedere alla meritata quiescenza, ecco cosa c’è per i lavoratori da qui a fine anno
pensione

CI sono sostanzialmente 3 vie di uscita per poter anticipare la quiescenza senza dover attendere i 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria. E sono misure che operano in deroga ai requisiti Fornero. Alcune in scadenza a fine 2021 ed altre ormai strutturali.

E sono misure che da qui a fine anno possono essere possibilità per chi è nato nel 1957, nel 1958 e anche nel 1959. Soggetti questi che senza deroga dovrebbe restare al lavoro ancora per diversi anni (tra i 3 ed i 5 anni).

Ma quali sono queste tre vie di uscita? Si tratta di tre misure ormai molto note, ognuna con requisiti diversi.

La pensione anticipata contributiva anche per chi è nato nel 1957

La prima via di uscita senza dubbio è la pensione anticipata per contributivi, cioè per quei lavoratori il cui primo contributo versato è successivo alla data del 31 dicembre 1995.

Si tratta di una misura strutturale e quindi fa parte del sistema pensionistico nostrano ormai a titolo definitivo.

Servono 20 anni di contributi e 64 ani di età. Inoltre serve come detto, non avere iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996 e soprattutto, occorre che la pensione liquidata sia superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

In buona sostanza occorre aver iniziato a lavorare molto tardi come età (approssimativamente verso i 40 anni) e aver avuto la fortuna di trovare una occupazione di alto profilo e di altrettanto alto stipendio (la pensione è liquidata con il sistema contributivo e più si prende di stipendio più alta è la pensione).

Ancora pochi giorni per la quota 100

Quando si dice che la quota 100 finirà di avere validità  il 31 dicembre 2021, non ci si riferisce certo a chi completa i requisiti entro la fine dell’anno. Questi potrebbero sfruttare il vantaggio dell’uscita anticipata anche successivamente. Il diritto alla pensione si cristallizza se entro la fine del corrente anno si completano almeno 62 anni di età ed almeno 38 anni di contributi.

Possono uscire immediatamente nel 2021 (con finestra di attesa di 3 mesi nel settore privato e 6 mesi nel Pubblico Impiego ad esclusione della Scuola) i nati nel 1959.

Per i nati nel 1958 c’è l’Ape sociale

L’ultima misura, anche questa in scadenza nel 2021, ma con discrete possibilità di ennesima proroga anche oltre, è l’Ape sociale. In questo caso l’uscita riguarda già i nati nel 1958, che compiono nel 2021 almeno 63 anni di età come richiesto dalla misura.

Che è una prestazione più assistenziale che previdenziale. Infatti non tutti i lavoratori e i contribuenti possono rientrare. Occorre oltre all’età anche una massiccia dote di contributi versati. Infatti ne servono 36 per chi lavora in una delle 15 categorie di lavoro gravoso previste dalla normativa vigente. Un tipico esempio le maestre delle scuole dell’infanzia o gli educatori degli asili nido. Gravoso inoltre anche il lavoro in edilizia, quello delle sale parto e sale operatorie svolto da ostetriche e infermieri e diverse altre attività.

L’attività gravosa deve essere svolta in 7 degli ultimi dieci anni di lavoro o in 6 degli ultimi 7 anni. Insieme ad almeno 63 anni, bastano 30 anni di contributi per invalidi al 78%, soggetti con invalidi a carico conviventi da almeno 6 mesi o disoccupati senza ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi.

Misura assistenziale dicevamo, anche perché non prevede reversibilità mortis causa del beneficiario, non ha tredicesima e non prevede maggiorazioni.

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