Pensioni 2025 a 64 o 67 anni: subito 5 anni di contributi in più ed è fatta Pensioni 2025 a 64 o 67 anni: subito 5 anni di contributi in più ed è fatta

Riforma pensioni 2025 e Quota 41 per tutti: tutto rimandato, la Fornero non si tocca

Non ci sarà nel 2025 nessuna riforma pensioni, ma il Governo ha promesso una quota 41 per tutti entro fine legislatura. Per ora la Fornero non si tocca.

La divulgazione di quanto contenuto nella Legge di Bilancio 2025 si avvicina sempre di più e c’è chi conferma che anche quest’anno non ci sarà nessuna revisione della Legge Fornero. Niente riforma pensioni 2025 tutto, di nuovo, rimandato.

A confermarlo sono le parole del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon che ha detto che per il 2025 saranno confermate Ape Sociale e Quota 103 (nessuna indiscrezione per Opzione donna, invece). Si punterà a un rafforzamento della previdenza complementare per fare in modo che possa far da sostegno a quella obbligatoria.

La riforma della Legge Fornero non sarà fatta quest’anno, ma queste parole confermano solo l’aver rimandato la revisione e che quindi l’introduzione di una ipotetica Quota 41 è solo rimandata, al momento. L’intento dichiarato del Governo era quello di attuare la misura entro la fine della legislatura. CI sono ancora due anni, quindi, per attuare una riforma pensioni vera e propria (e per trovare le risorse necessarie a farlo) e per vedere se i Governo è di parola e procederà a introdurre la Quota 41 per tutti e con quali regole.

Riforma pensioni 2025, tutto rimandato

Le parole di Durigon potrebbero scoraggiare chi aspettava con ansia la Quota 41, ma diciamoci la verità, una pensione che richiede 41 anni di contributi comportando penalizzazioni (probabilmente un ricalcolo contributivo) non è questa grossa rivoluzione rispetto a oggi. C’è già la quota 103 che consente di uscire con 41 anni di contributi e con un ricalcolo contributivo, ma si tratta di una misura che ha pochissimo appeal e che hanno utilizzato davvero pochissimi lavoratori.

La Quota 41 non rappresenta una rivoluzione e se, per caso, dovesse prendere il posto dell’attuale pensione anticipata ordinaria sarebbe una follia. Andrebbe a togliere l’unica uscita anticipata ancora non penalizzata che consente ancora di avere una pensione calcolata con il sistema misto.

La riforma Fornero non si tocca, per ora

L’annuncio, rassicurante o meno, è che per ora la Legge Fornero non si tocca e la riforma strutturale delle pensioni è rimandata, ma si farà entro fine legislatura.

Sinceramente a spaventare è più l’idea che ci possa essere una riforma delle pensioni nel prossimo futuro piuttosto che per ora resta ancora la Legge Fornero. Perché la legge previdenziale che è attualmente in vigore, è pur vero che prevede molte rigidità e paletti, ma ricordiamo che permette il pensionamento anticipato a prescindere dall’età rispettando solo il requisito contributivo. E, cosa più importante, prevede un calcolo della pensione misto e non penalizzante.

Attualmente, anche con le varie misure di flessibilità in uscita, le uniche alternative convenienti che ci sono ancora per poter andare in pensione sono offerte da misure strutturali e non da quelle sperimentali e a termine che propone, anno dopo anno, il Governo.

Sono ormai lontani i tempi della quota 100, quando con soli 62 anni e 38 anni di contributi si poteva lasciare il mondo del lavoro. Oggi quello che è determinante per mantenere un sistema previdenziale sostenibile è che i lavoratori restino in servizio il più a lungo possibile, per fronteggiare l’aumento della longevità della popolazione e per contrastare il calo demografico.

E se l’attuale metodo di pensionamento non ci piace, consoliamoci pensando che chi oggi ha 40 anni potrà andare in pensione, molto probabilmente, solo alla soglia dei 70 anni.

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