Riforma pensioni con flessibilità da 62 anni con uscita sicura da 65 a 67 anni

Mario nava
Riforma pensioni con flessibilità da 62 anni con uscita sicura da 65 a 67 anni, ecco l’ipotesi che pochi considerano. i
Pensione


Riformare il sistema pensionistico italiano, dotandolo di misure di pensionamento agevolato e possibilmente flessibili è l’obiettivo che dovrebbe avere il governo in vista dei futuri appuntamenti in tema pensioni. Riforma pensioni con flessibilità da 62 anni con uscita sicura da 65 a 67 anni, ecco l’ipotesi che pochi considerano. Una riforma alla francese. Ma sarebbe possibile? Usare il condizionale resta obbligatorio dal momento che la riforma delle pensioni tutto è fuorché facile da apparecchiare. Le misure sul tavolo delle trattative tra governo e sindacati vanno dalla quota 41 per tutti alla flessibilità a 62 anni e così via dicendo. Molti però sostengono che sarebbe semplice copiare i sistemi previdenziali di altri Stati come quello italiano, magari traendone i lati positivi. Eppure, in queste settimane si registrano le proteste in Francia contro la decisione di Macron e del suo Governo, di portare l’età pensionabile a 64 anni (oggi è a 62). Eppure c’è chi sta peggio, questo verrebbe da dire guardando in casa nostra. Ecco perché forse, ciò che in altri Paesi sembra negativo, partendo dalla situazione odierna per noi italiani sarebbe una specie di toccasana.

Nuovo modello riforma pensioni flessibile tra i 62 anni di età è uscita automatica da 65 a 67 anni

Nuovo modello riforma pensioni flessibile tra i 62 anni di età ed una uscita automatica da 65 a 67 anni, questo ciò che si potrebbe importare in Italia dai cugini d’oltralpe. Dove l’età pensionabile è di 62 anni ma solo a condizione di aver raggiunto la contribuzione minima data in trimestri. L’età minima per andare in pensione è di 62 anni per i nati dal 1955 in poi. Ma senza aver raggiunto l’aliquota massima la pensione sarà tagliata e per sempre, in quella che resta la massima flessibilità che ci può essere in un sistema pensionistico. Resta comunque il fatto che in base all’anno di nascita, tra i 65 e i 67 anni esiste l’uscita obbligatoria con l’applicazione dell’aliquota massima che prescinde dal numero di trimestri di contribuzione. Nuovo modello riforma pensioni flessibile quindi da copiare? Il copia e incolla per realtà diverse come quella italiana o francese non è certo facile. Ma perché non pensarci?

Uscite a 62 anni flessibili o a 67 a prescindere da tutto

Senza addentrarci nei meandri tecnici dei cugini francesi, ciò che potrebbe interessare da noi è la struttura delle varie età pensionabili. Perché anche da noi si potrebbe passare ad una pensione a 62 anni, flessibile e penalizzata. A meno che non si esca con un determinato e prestabilito numero massimo di contributi. Un esempio, che resta una semplice nostra ipotesi o considerazione, potrebbe partire dai 30 anni di contributi. Chi arriva a 30 (ma anche a 35 anni nella ipotesi meno favorevole ma più economica per le casse dello Stato), a 62 anni potrebbe uscire dal lavoro. E senza penalizzazioni di assegno. Chi lo fa senza aver raggiunto la contribuzione utile (aliquota massima alla francese), uscirebbe a sua discrezione, con penalità di assegno. A 67 anni (65 sembra una esagerazione anche a noi), a prescindere dalla carriera, tutti dovrebbero poter andare in pensione. Si tratta sempre di una ipotesi abbastanza lontana dalla realtà. Ma che nello specifico ha dei lati che potrebbero davvero interessare anche l’Italia in vista di una riforma delle pensioni.

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