Riforma pensioni del prossimo anno, assegni più bassi per tutti?

Avatar photo
La riforma pensioni del prossimo anno promette, probabilmente, assegni più bassi ma non per tutti. Vediamo chi si salva.
Riforma pensioni

La preoccupazione di moltissimi lavoratori che non sono ancora andati in pensioni riguarda la riforma pensioni del prossimo anno. E non sono per l’eventuale cambiamento dei requisiti di accesso. Quello che preoccupa e spaventa, infatti, è che tale riforma possa in qualche modo portare delle penalizzazioni sul calcolo. E di fatto assegni più bassi.

Riforma pensioni del prossimo anno, chi rischia sull’assegno?

La riforma pensioni del prossimo anno deve far quadrare i conti e soprattutto il sistema pensionistico. Che deve restare sostenibile per le casse dello Stato. Proprio per questo senza alcuna ombra di dubbio per chi anticipata potrebbero essere previste penalizzazioni.

Calcolate in percentuale in base agli anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. O direttamente con l’applicazione del calcolo interamente contributivo. Come oggi accade con l’Opzione donna. E la cosa porterebbe ad una perdita sull’assegno che, in alcuni casi potrebbe arrivare anche al 35% del totale spettante.

Ma questo rischio non sarebbe esteso a tutti. I sistemi di penalizzazione, a quanto sembra, sarebbero applicati solo a chi non rientra in profili da tutelare.

La pensione di vecchiaia è salva dalla riforma del prossimo anno?

Quello che occorre sottolineare è che ogni volta che si è parlato di riforma pensioni, si è sempre affrontato l’argomento che riguarda gli anticipi.

La pensione di vecchiaia, quella a cui tutti possono ambire, quindi, dovrebbe essere salva da qualsiasi sistema di modifica. E dovrebbe rimanere inalterata. A meno che non si intervenga in qualche modo sul meccanismo legato all’aumento dell’età pensionabile per adeguamento dell’aspettativa di vita Istat. Il che non potrebbe che essere un bene visto che si rischia, nel giro di un ventennio di vedere i 67 anni richiesti oggi per l’accesso trasformarsi in 69 o 70 anni.

Per quel che riguarda il calcolo della pensione di vecchiaia, non dovrebbero intervenire penalizzazioni. Visto che le stesse servono solo a disincentivare gli anticipi rispetto ai 67 anni. E la pensione di vecchiaia proseguirà ad essere calcolata con il sistema misto fino alla sua naturale estinzione. Ovvero fino a quando non saranno andati in pensione gli ultimi lavoratori che possono vantare contributi versati prima del 1996.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie