Stop cartelle esattoriali, non si pagano nemmeno con rottamazione e sanatorie

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Stop cartelle esattoriali, non si pagano nemmeno con rottamazione e sanatorie ed il governo pensa a riaprire i termini.
cartelle esattoriali

Con il decreto Milleproroghe il governo ha deciso di riaprire i termini per la rottamazione delle cartelle. In pratica anche chi non ha pagato le rate già scadute, potrà tornare dentro il perimetro dei beneficiari della sanatoria. Infatti la rottamazione delle cartelle prevedeva testualmente che saltando anche una sola rata del piano di rateizzazione offerto, il richiedente finiva nella decadenza dal beneficio. Invece adesso con la proroga tutto questo non si verificherà più e chi potrà provvedere, pagando le rate arretrate tornerà ad essere dentro il condono.

Stop cartelle esattoriali, non si pagano nemmeno con rottamazione e sanatorie

Con la rottamazione delle cartelle i contribuenti hanno potuto godere di un taglio degli importi da pagare, che sono scesi delle sanzioni e degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo. E l’importo da versare, al netto di questi tagli, è stato spalmato, per chi lo ha chiesto, in 18 rate trimestrali. La prima rata in scadenza il 31 ottobre 2023, la seconda il 30 novembre 2023 e poi ogni 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ogni anno dal 2024 al 2027. Le prime due rate ognuna pari al 10% del debito complessivo, le altre 16 pari ognuna al 5%. Subito balzarono all’attenzione le problematiche che avrebbero potuto incontrare i contribuenti che a fronte di cifre elevate, si trovavano con le prime due rate troppo ravvicinate. A tal punto che, evidentemente, sono stati tanti i contribuenti a chiedere la rottamazione, salvo poi lasciar perdere con i pagamenti. Altrimenti non ci sarebbe stato motivo di riaprire i termini già lo scorso dicembre e poi adesso a marzo.

Servirà la nuova riapertura dei termini?

Una situazione che dovrebbe far riflettere, perché se anche di fronte ai vantaggi della sanatoria, molti contribuenti non hanno pagato, potrebbe significare che si tratta di strumenti che non sempre sono utili o almeno non lo sono per molti contribuenti. Resta il fatto che il governo fa un altro tentativo di incasso. Riaprendo la scadenza della rottamazione in modo tale da non applicare la decadenza ai tanti che non hanno ancora pagato. Il problema aggiuntivo è che con la riapertura di marzo si supera anche la terza scadenza di febbraio. I contribuenti dovranno per questo pagare tutte insieme le rate di ottobre, novembre e febbraio. Un peso che rischia di essere nuovamente eccessivo per tanti interessati dalla rottamazione.

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