Un riforma pensioni graduale penalizzerà molti

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Una riforma pensioni 2024 che riesca ad accontentare tutti non esiste e per forza di cose quella graduale penalizzerà molti.
Riforma pensioni 2024

Tema caldo di questo inverno 2023 è sicuramente la riforma pensioni 2024. Che si aspetta con ansia e preoccupazione. Quali saranno i cambiamenti che si apporteranno ai pensionamenti? Si miglioreranno le condizioni di uscita? O, come accaduto con la Fornero, si avrà un netto peggioramento?

I lavoratori trepidano in attesa di qualche notizia al riguardo, soprattutto quelli che, ormai, sono ad un passo dal pensionamento. Perchè molto spesso cambiare non significa per forza migliorare. E anche i cambiamenti effettuati con le migliori intenzioni possono avere delle ripercussioni di cui non si era tenuto conto.

Riforma pensioni 2024, graduale, senza scossoni

Intanto quello che il Governo ha fatto fino ad ora è stato prevedere per il 2023 la quota 103, una misura per pochi. E stravolgere l’opzione donna lasciando fuori dalla fruizione la maggior parte di chi aspirava all’uscita.

Ma ha introdotto anche il Bonus per restare al lavoro per chi ha raggiunto i requisiti della quota 103, con una decontribuzione che aumenta la busta paga.

Ora però si deve pensare al 2024 ed il compito è assai più arduo perché si vuole superare la Legge Fornero, cosa che nell’ultimo decennio non è riuscita a nessun esecutivo. E lo si vuol fare senza scossoni per i lavoratori.

Si è parlato di riforma ponderata e graduale, ma tenendo conto che le risorse sono abbastanza limitate e non possono in alcun modo soddisfare tutti coloro che sono prossimi al pensionamento.

E proprio per questo la riforma deve essere graduale: la quota 41 per tutti a prescindere dall’età non arriverà il prossimo anno come molti sperano. Probabilmente ci sarà una misura ponte molto simile a quota 103 o si potrebbe passare ad una sorta di quota 102 che permetterebbe il pensionamento a 61 anni ma sempre con 41 anni di contributi (Riducendo ancora di più la platea dei beneficiari).

La quota 41 per tutti potrebbe essere applicata, invece, solo a lavoratori usuranti e gravosi, lasciando a bocca asciutta tutti gli altri. In un modo o nell’altro,  non ci sarà una riforma che dal prossimo anno riguarderà tutti.

E chi è vicino a raggiungere la quota 41 a prescindere dall’età, molto probabilmente, resterà profondamente deluso.

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