Prendere arretrati per l’Assegno di Inclusione è una cosa fattibile? La domanda è un qualcosa che adesso molti si stanno ponendo. E tutto parte dal fatto che pare siano stati ultimati i ricalcoli per i cosiddetti carichi di cura da parte dell’INPS. In parole povere, in alcune famiglie ci sono soggetti che pur dentro il nucleo familiare si sono trovati a non essere riconosciuti dentro la scala di equivalenza utile a prendere il beneficio. Ma adesso questa situazione cambia. E tutto diventando automatico, produce effetti retroattivi importanti.
Assegno di Inclusione, ecco chi deve ricevere arretrati di ADI
Per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione l’INPS adesso corregge una anomalia evidente ed apre a delle possibilità davvero importanti. Perché si potrebbe arrivare ad un netto aumento degli importi percepiti recuperando pure diverse mensilità di arretrato.
Quando il governo decise di varare l’Assegno di Inclusione cancellando il Reddito di Cittadinanza nacque una misura più equa e giusta e dedicata solo a famiglie al cui interno vi erano questi soggetti:
- minorenni;
- over 60;
- invalidi al 67%;
- persone con carichi di cura;
- soggetti presi in carico da servizi socio sanitari o assistenziali.
Come rientrare nell’ADI per chi ha tra i 18 ed i 59 anni di età
In parole povere, esclusi tutti quelli che erano fuori da questo perimetro, cioè persone tra 18 e 59 anni come età anagrafica, e occupabili al lavoro. Una famiglia priva al suo interno di soggetti tra quelli prima elencati, non ha diritto all’Assegno di Inclusione. Una famiglia al cui interno c’è almeno uno di questi soggetti invece ha diritto. Ma nel calcolo del sussidio, si utilizzano per la cosiddetta scala di equivalenza che serve a determinare gli importi spettanti, solo i soggetti che sono dentro quella platea. In termini pratici, una famiglia composta da due persone, una di 61 anni e l’altra di 59 anni, prende il sussidio solo per quelli sopra i 60 anni di età. Il secondo è escluso. Così come una famiglia composta da madre e padre di 40 anni e figlio di 3 anni, prende il sussidio solo per il piccolo. A meno che uno dei due genitori non indica in domanda il fatto che ha dei carichi di cura, nel senso che ha bisogno di restare a casa, e quindi non è attivabile al lavoro, per la cura del minore. Lo stesso vale se in caso di presenza di un invalido.
Assegno di Inclusione e carichi di cura, ecco chi deve ricevere arretrati dall’INPS
Proprio i carichi di cura sono la cosa che adesso determina la possibilità di godere di un aumento del trattamento.
L’applicazione del coefficiente 0,40 per la scala di equivalenza è ciò che viene fatto ai maggiorenni che si occupano della cura di un soggetto invalido o di un figlio piccolo. In pratica la famiglia prima citata con padre, madre e figlio piccolo che oggi prende 541 euro al mese grazie al carico di cura della madre per esempio, arriverebbe a prendere 216 euro in più, con un sussidio di 757 euro al mese. Oggi l’INPS applica in automatico i carichi di cura mentre prima li applicava solo se l’interessato li indicava nella domanda. Molti non lo hanno fatto e per esempio, nel 2024 hanno preso per tutti i 12 mesi 500 euro al mese (solo nel 2025 l’importo è salito a 541 euro al mese come soglia base per un singolo beneficiario). In questo caso l’INPS riconosce gli arretrati per tutti i mesi di effettiva fruizione del sussidio nel 2024 senza carichi di cura.