Mentre si discute di grandi riforme e maxi bonus, in silenzio è stato approvato un contributo da 1.500 euro che può davvero fare la differenza per molte famiglie italiane. Il paradosso? In pochi lo conoscono, e chi non si muove per tempo rischia di perderlo. Nessuna proroga, nessuna seconda chance.
Il bonus da 1.500 euro: chi può ottenerlo e perché
Il bonus da 1.500 euro è un contributo economico previsto per studenti universitari meritevoli ma con basso reddito, erogato nell’ambito del Diritto allo Studio Universitario (DSU). Viene gestito a livello regionale, per questo passa spesso inosservato a livello nazionale, anche se rappresenta un aiuto concreto per chi affronta costi crescenti per frequentare l’università.
I requisiti principali sono:
- ISEE entro una soglia stabilita (di solito sotto i 24.000 euro);
- regolare iscrizione a un corso universitario di laurea triennale, magistrale o a ciclo unico;
- conseguimento di un determinato numero di crediti (CFU) per dimostrare la continuità nello studio;
- assenza di altre borse di studio incompatibili.
Il valore massimo del contributo può arrivare fino a 1.500 euro, ma varia a seconda della regione e della situazione personale dello studente (es. fuori sede, pendolare o in sede).
Alcune regioni, come ad esempio l’Emilia-Romagna e il Lazio, hanno già attivato bandi simili, ma ogni anno cambiano tempistiche, modalità di accesso e graduatorie. La richiesta del bonus è subordinata al rispetto di precisi requisiti economici e di merito.
spese coperte e vantaggi concreti
Il bonus può essere utilizzato per coprire numerose spese legate alla vita universitaria. In particolare:
- affitto o alloggio in residenze universitarie;
- acquisto di libri e materiale didattico;
- abbonamenti a trasporti pubblici;
- mensa universitaria o pasti convenzionati;
- spese varie per l’attività didattica.
Questa agevolazione è erogata direttamente allo studente, a volte sotto forma di rimborso, altre volte come accredito diretto. Per molti giovani e le loro famiglie, rappresenta un sollievo tangibile in un momento storico in cui studiare è sempre più costoso.
Come e dove presentare la domanda
I bandi per accedere a questo bonus sono già stati pubblicati o sono in fase di pubblicazione sui siti degli enti regionali per il diritto allo studio. Ogni regione gestisce il contributo in autonomia, ma in genere la procedura è simile:
- registrazione sul portale del DSU regionale con SPID o CIE;
- compilazione della domanda online;
- invio della documentazione richiesta, tra cui certificazione ISEE valida e documenti universitari;
- attesa della graduatoria, che viene pubblicata in tempi brevi.
Attento alle scadenze: perché potresti rimanere fuori
Il problema principale è la mancanza di pubblicità di questo bonus. Nonostante l’importanza della misura, sono in pochi a conoscerla e ancora meno a muoversi per tempo. Molti studenti scoprono il bando quando è ormai troppo tardi, e pur avendone diritto, rimangono esclusi per mancanza di fondi.
Non sono previste proroghe, e in caso di ritardo non si può ripresentare domanda. Il consiglio è di controllare subito il sito del proprio DSU regionale e attivarsi immediatamente per non perdere l’occasione.