Per le cartelle esattoriali potrebbe arrivare la cartolarizzazione, ma è una buona o una cattiva notizia per i contribuenti? Cosa cambia?
Nonostante i diversi interventi fatti apposta per smaltire le cartelle esattoriali pendenti e da riscuotere, il magazzino dei debiti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione è ancora straripante. Il Governo sta cercando la strada per riscuote almeno i debiti che ancora possono portare un qualche gettito, al di là di quelli inesigibili che saranno discaricati.
I crediti che lo Stato vanta sono oltre 1.267 miliardi di euro. Ovviamente non tutte le cartelle esattoriali sono uguali, ma molte possono ancora essere riscosse, altre, invece, a causa di decessi, fallimenti e intestazione a nullatenenti, ormai sono perse (circa 360 miliardi di debiti).
Per quelle che devono essere saldate il Fisco deve trovare un accordo con il debitore. In questo momento le cartelle su cui si sta puntando l’attenzione sono quelle per le quali si può procedere con la cartolarizzazione.
Si tratta di circa 100 miliardi di debiti arretrati per i quali si sta meditando su una cartolarizzazione, ovvero uno strumento finanziari non trasferibile in altri strumenti finanziari trasferibili. Di cosa si tratta esattamente?
Cartolarizzazione cartelle esattoriali
Con la cartolarizzazione l’Agenzia delle Entrate Riscossione cede il suo credito a una banca che emette delle obbligazioni al prezzo del credito che vengono, poi, messe sul mercato e divise in classe in base al rating. Il prezzo delle obbligazioni in questione varia, poi, in base al rischio di riuscire a riscuotere il debito in questione.
Ricordiamo, però, che possono essere cartolarizzate solo le cartelle ritenute facilmente riscuotibili e, pertanto, per le banche l’ipotesi potrebbe essere interessante. Va sottolineato che con la cartolarizzazione lo Stato non avrà indietro l’intero credito che vanta, ma in questo modo c’è la certezza di ottenerne almeno una parte senza dover avviare la macchina della riscossione tra burocrazia e costi.
Il rischio del credito viene trasferito, quindi, dall’Agenzia delle Entrate alla banca e dalla banca agli obbligazionisti liberando, di fatto, capitale dalla vendita. Il recupero del credito, solitamente, viene affidato a terzi per garantire la restituzione del capitale investito dagli obbligazionisti a cui aggiungere le cedole di interessi che l’obbligazione prevede.
Quali cartelle saranno cartolarizzate?
Dei debiti pari a 1.267 miliardi, almeno 336 miliardi sono ritenuti inesigibili e, quindi, irrecuperabili. Questi sono i debiti contratti da nullatenenti, persone decedute e aziende fallite. Tutti soggetti che non hanno nulla di pignorabile.
Altri 33 miliardi sono recuperabili anche se sono stati contratti da persone in difficoltà economica: in questo caso potrebbe venire incontro una definizione agevolata che sgravi in parte dal peso dei debiti per permettere di recuperarne almeno una parte.
100 miliardi di debiti, invece, appartengono alle cartelle esattoriali che potrebbero essere cartolarizzate, ovvero cedute alle banche o ad altri istituti di credito.
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