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Cartelle esattoriali: rottamazione o condono, tutto dipende da che genere di debiti ci sono

La rottamazione delle cartelle esattoriali e il condono, cosa sono i provvedimenti e a chi si rivolgono con tutte le loro differenze.

Nel gergo delle cartelle esattoriali con il termine sanatoria in genere si tende a considerare qualsiasi provvedimento che un governo adotta per permettere a chi ha dei debiti, di mettersi in regola in maniera agevolata. Ma nel contenitore che potremmo definire quello delle sanatorie, ci sono diverse tipologie di provvedimenti. C’è per esempio la rottamazione delle cartelle. Che è il provvedimento sicuramente più adottato ormai da anni. E poi ci sono il saldo e stralcio, la cancellazione automatica e pure il vero condono. Oggi ci focalizziamo su due diverse tipologie di provvedimento. Parliamo di rottamazione e di condono. Ecco di cosa si tratta, a chi si rivolgono e perché cambia tutto da contribuente al contribuente.

Cartelle esattoriali: rottamazione o condono, tutto dipende da che genere di debiti ci sono

Da anni sono ripetutamente inseriti nel sistema provvedimenti di rottamazione delle cartelle esattoriali. Siamo arrivati alla quarta versione se consideriamo quella attiva ancora oggi. E che tra l’altro ha visto la riapertura dei termini per i pagamenti a favore dei decaduti, come si chiamano quelli che per via di una cartella non pagata, hanno perso il diritto alla rottamazione. La rottamazione quater ha consentito di saldare le cartelle affidate alla riscossione entro il 30 giugno 2022. In massimo 18 rate trimestrali con le prime due a ottobre e novembre 2023 e con le restanti 16 ogni febbraio, maggio, luglio e novembre dal 2024 al 2027. E senza sanzioni, interessi e diritti di riscossione.
Invece è allo studio la rottamazione quinquies, con una proposta depositata da tempo a Palazzo Madama in Senato. In questo caso si parla sempre di pagare le cartelle (però affidate alla riscossione entro il 31 dicembre 2023) a rate, senza sanzioni e interessi oltre agli aggi. Ma in 120 rate mensili.

Ecco i contribuenti che possono essere attaccati e quelli a cui nulla può essere fatto

Il condono invece è un qualcosa di diverso. Infatti parliamo di cancellazione automatica delle cartelle esattoriali. Con il condono il contribuente non è tenuto a pagare nulla. Infatti le cartelle spariscono immediatamente dal carico del contribuente. Si azzerano del tutto. Il condono è una specie di tabula rasa delle cartelle, ma come vedremo, si tratta più di un provvedimento a favore dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, per alleggerire il magazzino degli insoluti che per i contribuenti. Parliamo infatti di cartelle che secondo il concessionario difficilmente sono incassabili. E che anche se incassate, finirebbero per produrre un incasso inferiore alle eventuali spese di notifica e di riscossione. Di conseguenza, parliamo di cartelle a carico di contribuenti che sono praticamente inattaccabili. Cioè deceduto senza eredi, falliti o nullatenenti. Per gli altri invece il condono non potrebbe sortire effetto. Chi ha una busta paga da attaccare, uno stipendio, una pensione o anche un conto corrente invece, dovrebbe piuttosto sperare, se non lo ha già fatto, nei nuovi provvedimenti di rottamazione cartelle. Perché per loro la cancellazione del condono non si applica essendo soggetti su cui la riscossione può avviare le maniere forti.