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Che pensione dopo 30 anni di contributi?

In pensione dopo 30 anni di contributi, ecco chi può andarci nel 2025 e con quali misure.

Tra le misure che sono state confermate anche nel 2025 e che i contribuenti possono sfruttare c’è una sola misura che consente di lasciare il lavoro con 30 anni di versamenti. La possibilità di andare in pensione con 30 anni di contributi si può prendere prima dei 67 anni di età. Infatti non bisogna attendere il raggiungimento dell’età pensionabile utile alle pensioni di vecchiaia. Ma allora, che pensione dopo 30 anni di contributi si può prendere? La risposta si chiama anticipo pensionistico sociale. Di cui l’acronimo di Ape sociale.


Che pensione dopo 30 anni di contributi?

I 30 anni di contributi sono in genere una carriera che non permette di trovare tante opportunità anticipate rispetto alle pensioni di vecchiaia che si c’entrano però già con 20 anni di contributi. Infatti le tante misure di pensionamento anticipato rispetto alle pensioni di vecchiaia ordinarie prevedono carriere ben più lunghe come per esempio le pensioni anticipate ordinarie con 42,10 anni di contributi (41,10 anni per le donne). Oppure come la quota 103 e la pensione dei precoci, per le quali bisogna arrivare a 41 anni di versamenti. Il governo per il 2025 ha deciso di prorogare però una misura che permette proprio di anticipare la pensione senza arrivare a superare i 40 anni. La misura si chiama Ape sociale. L’Anticipo pensionistico sociale però è destinato solo a qualche lavoratore.


Ape sociale con 30 anni di contributi, ecco come fare

La misura con 30 anni di contributi si rivolge solo a 3 delle 4 categorie di contribuenti a cui effettivamente la misura è destinata. Infatti ci sono dei contribuenti che dovranno arrivare a 36 anni di versamenti per poter uscire dal lavoro con l’’anticipo pensionistico sociale’Ape sociale. I soggetti a cui 30 anni non bastano sono gli addetti ai lavori gravosi.
Per invalidi, caregivers e disoccupati invece bastano 30 anni di contributi.

Come andare in pensione con 30 anni di contributi


La pensione con 30 anni di contributi è quella concessa per il tramite dell’Ape sociale alle categorie prima citate. Per tutti è necessario arrivare almeno a 63,5 anni di età. Per i disoccupati bisogna aver preso già tutta la Naspi spettante prima di poter presentare domanda di pensione. Invece per i caregivers è necessario che il parente disabile deve essere un convivente da almeno 6 mesi. E può essere il coniuge o un genitore. Oppure un parente o affine fino al secondo grado, purché questi non abbiano genitori o coniugi o abbiano genitori o coniugi over 70 o invalidi a loro volta. Per gli invalidi civili invece serve il 74% di disabilità certificata dal verbale delle commissioni mediche invalidi civili dell’ASL.

Tutte le cose variabili dell’Ape sociale


L’Ape sociale si prende solo fino a 67 anni di età e non può superare 1.500 euro al mese. Al compimento dei 67 anni l’interessato perde il diritto alla prestazione. E deve passare a prendere la pensione di vecchiaia ordinaria, sempre presentando domanda. L’Ape sociale diventa quindi una sorta di ammortizzatore sociale. Una prestazione che tra l’altro non si adegua al tasso di inflazione, non prevede maggiorazioni, tredicesima, integrazioni al trattamento minimo e trattamenti di famiglia. Inoltre, non è reversibile e non permette a chi la prende, di svolgere altre attività lavorative. SI può solo svolgere una attività di lavoro autonomo a carattere occasionale, ma non superiore come reddito annuo a 5.000 euro.