Condono cartelle esattoriali, quali non si devono più pagare nel 2025?

Condono cartelle esattoriali 2025: ecco quali debiti non si devono più pagare tra stralcio automatico, rottamazione e prescrizione.

Anche nel 2025 si torna a parlare di condono delle cartelle esattoriali e molti contribuenti si chiedono se ci siano debiti che non devono più essere pagati. Alcuni stralci sono già operativi, altri potrebbero arrivare con la prossima Legge di Bilancio.

Vediamo cosa è stato già cancellato e cosa, invece, si potrebbe non pagare nei prossimi mesi.

Cartelle sotto i 1.000 euro: lo stralcio è già avvenuto

Lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro, affidate alla riscossione tra il 2000 e il 2015, è già realtà. È stato previsto dalla Legge di Bilancio 2023 e si è trattato di una cancellazione automatica, quindi non serviva fare domanda.

Sono stati eliminati i debiti fiscali e contributivi che:

  • avevano un importo residuo fino a 1.000 euro;
  • erano stati affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 31 dicembre 2015.

Questo condono vale per i debiti verso lo Stato, mentre per quelli verso Comuni, Regioni e altri enti locali, lo stralcio è stato possibile solo se deliberato espressamente dall’ente.

Chi rientrava in questi requisiti, non deve più pagare nulla su quelle cartelle.

Rottamazione-quater: chi è in regola non deve più pagare altro

Con la rottamazione-quater si poteva pagare solo la quota capitale del debito, senza interessi e sanzioni. Chi ha aderito regolarmente e ha pagato le rate entro le scadenze previste, ha chiuso i conti con il Fisco.

Attenzione però: chi ha saltato anche una sola rata è decaduto dal beneficio e si ritrova a dover pagare l’intero importo, comprensivo di sanzioni e interessi.

In questo caso, quindi, non si parla di condono, ma di decadenza della sanatoria.

Cartelle prescritte: non si pagano, ma serve attenzione

C’è anche chi potrebbe non dover pagare per una questione di prescrizione del debito. In molti casi, il termine è di 5 anni (come per multe e tributi locali), mentre per le imposte erariali può arrivare a 10.

In pratica, se per anni non si riceve alcuna comunicazione, avviso o sollecito, la cartella potrebbe essere prescritta.

Ma non è un annullamento automatico. Va eccepito dal contribuente, con un’istanza o, nei casi più complessi, con un ricorso. Se si paga anche solo una parte, la prescrizione si interrompe.

Rottamazione-quinquies in arrivo?

C’è attesa per una possibile nuova rottamazione, che potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2026. Si parla già di una “rottamazione-quinquies” che dovrebbe estendersi anche ai debiti affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023.

Ancora nulla di certo, ma si ipotizza:

  • pagamento della sola quota capitale;
  • esclusione di sanzioni e interessi;
  • possibilità di rateizzazione lunga (fino a 10 anni).

Per ora, però, non c’è ancora nulla di ufficiale. Bisognerà attendere l’approvazione definitiva.

Cosa non si paga più nel 2025?

Ad oggi, nel 2025 non si devono più pagare:

  • le cartelle sotto i 1.000 euro affidate entro il 2015 (stralcio automatico);
  • le cartelle rottamate con la “quater”, se si è pagato tutto regolarmente;
  • i debiti ormai prescritti, se si eccepisce la prescrizione nei tempi;
  • eventuali cartelle annullate per errori o doppie iscrizioni.

Per tutto il resto, si attendono nuove misure nella prossima finanziaria. Se arriva davvero una nuova rottamazione, si aprirà un’altra possibilità di chiudere i conti col Fisco, magari a condizioni più vantaggiose.