Dichiarazione redditi 730 con più datori di lavoro: chi ha più CU deve pagare il 730, ecco il perchè

Avatar photo
Ecco perchè chi ha più di una CU deve sempre pagare il 730 e non va mai a credito.

Può capitare, al lavoratori dipendenti, di lavorare per più di un datore di lavoro e di trovarsi, poi con più di una Certificazione Unica (CU). In questo caso è probabile che in sede di dichiarazione dei redditi il 730 possa andare a debito invece che a credito e a dover pagare importi, anche salati, per il 730.

Pensiamo, ad esempio, al lavoratore cui è stato ridotto l’orario di lavoro che deve trovare un nuovo impiego per arrotondare, o al lavoratore che, cambiando lavoro nel corso d’anno, si trova ad avere a fine anno più CU.

L’amara sorpresa per chi ha più CU è che, anche a parità di reddito con anni precedenti, dal 730 risulti un debito (invece che un credito come al solito) e si debba andare a pagare cifre anche abbastanza alte.

Perchè succede questo se il reddito non cambia?

Attenzione all’Irpef

Questo accade perchè l’Irpef, in Italia, è applicata in base a degli scaglioni progressivi con lo scaglione successivo che si applica solo alla parte eccedente di quello precedente.

Attualmente le aliquote Irpef riferite ai diversi scaglioni di reddito sono:

  • Il 23% per redditi fino a 15.000 euro;
  • il 27% per reddito sopra 15.000 e fino a 28.000;
  • il 38% per redditi sopra 28.000 e fino a 55.000;
  • il 41% per redditi sopra 55.000 e fino a 75.000;
  • il 43% per redditi sopra i 75.000.

Facciamo l’esempio di un lavoratore che abbia un reddito di 23mila euro: sui prima 15mila pagherà un imposta pari al 23%mentre sui restanti 8mila sarà applicata una imposta pari al 27%.

Ai lavoratori dipendenti l’Irpef viene applica direttamente sulla busta paga ed è per questo che in sede di dichiarazione dei redditi applicando anche le detrazioni spettanti per lavoro dipendente, familiari a carico e spese detraibili, nella maggior parte dei casi risulta un credito (soldi da avere indietro per aver pagato più Irpef di quella dovuta).

Per i lavoratori dipendenti che hanno più di una certificazione unica, però, il datore di lavoro applica in busta paga l’Irpef dello scaglione derivante dallo scaglione a cui pensa che il dipendente appartenga, tenendo conto soltanto, quindi, di quello che guadagna con lui.

Ma poniamo sempre il caso del lavoratore con un reddito di 23 mila euro: se lavora per un solo datore di lavoro questi applicherà l’Irpef dovuta su tale importo, come dicevamo prima, ovvero

  • 23% sui primi 15mila euro (3450)
  • 27% sui restanti 8mila euro (2160)

Il lavoratore, quindi, in busta paga pagherà un Irpef pari a 5610 euro in un anno.

Ma se lo stesso lavoratore il reddito di 23mila euro lo ricava da 2 datori di lavoro, 10mila dal primo e 13mila dal secondo, l’Irpef che pagherà in busta paga sarà minore:

  • il primo datore di lavoro applicherà il 23% sui 10mila eruo che guadagna da lui (2300 euro)
  • il secondo datore di lavoro applicherà sempre il 23% sui 13mila euro che eroga (2990 euro)

In questo caso il lavoratore paga di Irpef totale sulle due buste paga 5290 euro invece di 5610 trovandosi in debito con il fisco i 320 euro.

Da tenere conto che il debito aumenta con l’aumentare dei redditi.

Portiamo un altro esempio di un lavoratore con un reddito di 35mila euro.

Se il reddito proviene da un unico datore di lavoro le ritenute che il dipendente avrà in busta paga saranno pari al:

  • 23% sui primi 15mila euro (3450 euro)
  • 27% sui successivi 13mila euro, da 15mila a 28mila euro, (3510 euro)
  • Del 38% sui restanti 7mila euro (2660euro)

Il totale Irpef pagato in busta paga è di 9620 euro.

Se lo stesso lavoratore riceve i 35mila euro da 3 datori di lavoro diversi, supponiamo 15mila dal primo, 10 mila dal secondo e 10mila dal terzo, l’Irpef applicata in busta paga è:

  • 23% sui 15mila euro dal primo datore di lavoro (3450)
  • 23% sui 10mila euro dal secondo datore di lavoro (2300)
  • 23% sui 10mila euro dal terzo  datore di lavoro (2300)

L’Irpef totale che ha pagato in busta paga è pari a 8050, ovvero 1070 euro in meno rispetto al 9620 euro realmente dovuti.

La differenza non pagata  in busta paga, quindi, va pagata a conguaglio sulla dichiarazione dei redditi con il risultato di trovarsi a debito anzichè a credito.

Come evitare che ciò accada? La cosa migliore da fare quando si suppone a fine anno di avere diverse CU è quella di chiedere all’ultimo datore di lavoro di applicare un’aliquota Irpef maggiore perchè si pensa di raggiungere un reddito più alto rispetto a quello che ci eroga.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie