Ciò che accade a Gaza è sotto gli occhi di tutti ed è una cosa che non può lasciare insensibili. Sotto accusa Benjamin Netanyahu, Primo Ministro Israeliano, cioè l’alterego della nostra Giorgia Meloni. Perché sotto accusa? Perché sta “massacrando” con attacchi quotidiani la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Con un esercito ed una forza militare enorme, Israele sta mettendo a ferro e fuoco la Striscia portando all’esodo decine di migliaia di palestinesi ed uccidendo altre decine di migliaia. C’è chi parla di pulizia etnica, di genocidio. Un termine che fa specie visto che si accusa un popolo, quello israeliano, che di genocidi se ne intende essendo il popolo ebraico che Hitler e i Nazisti cercarono di sterminare durante la seconda guerra mondiale. Non tutti sono della stessa idea, e le polemiche in occidente sono furibonde. oggi proprio in Parlamento, si è materializzata un’altra pagina di queste polemiche. La Meloni è accusata di non prendere le distanze da Netanyahu, cosa che invece hanno fatto altri Paesi occidentali (e si tessono le lodi di Starmer, Primo Ministro inglese). Ma da dove parte la storia? Cerchiamo di vederci chiaro, capendo da dove ha origine tutto questo, perché le opposizioni in Italia attaccano e perché forse bisogna ragionare con maggiore calma.
Gaza: Genocidio o no? Perché in Italia la Meloni viene accusata?
Ormai di attacchi alla Meloni (a volte più indirizzati verso le in quanto Premier che verso la sua maggioranza) ce ne sono tutti i giorni. Una volta perché non prende le distanze da Trump, poi perché è troppo amica del Tycoon americano, poi perché è troppo vicina a Elon Musk, poi ancora perché non è in una foto con altri leader europei che vanno a Kiev o in Albania per un summit sull’altra sporca guerra che c’è in Ucraina. Ed oggi è perché non si espone pubblicamente a condannare quello che molti chiamano genocidio di Netanyahu a Gaza.
Effettivamente ciò che accade a Gaza è terribile. Donne e bambini e quindi vittime civili, muoiono tutti i giorni. Israele vieta anche l’arrivo di aiuti umanitari, cibi e farmaci che le comunità internazionali mandano. Noti esponenti del governo e dell’esercito israeliano hanno fatto trapelare come indiscrezioni che la tattica sarebbe anche quella di affamare il popolo palestinese affinché vada via per sempre dalla Striscia o perché è da stermianre tutto. Termini e azioni che mai ci saremmo immaginati oggi e che richiamano alla storia, al nazismo e all’olocausto.
Cosa accadde il 7 ottobre 2023
La vicenda però in questo caso va analizzata dall’origine. Netanyahu ha scatenato l’inferno su Gaza dopo quanto è accaduto il 7 ottobre 2023. I terroristi di Hamas, che della Striscia di Gaza da tempo hanno avuto il controllo, e che nel 1988 nel loro atto costitutivo dichiararono il loro obiettivo come quello di distruggere Israele con la successiva istituzione di uno stato islamico in Palestina, attaccarono Israele. Era il 7 ottobre
del 2023 e gruppi armati provenienti dalla Striscia di Gaza entrarono al confine Israelianouccidendo chiunque si trovavano davanti, donne, bambini, civili e militari, e catturando ostaggi. Circa tra 1200 civili e militari israeliani morirono. E circa 250 furono rapiti. Non fu un attacco terroristico semplice come quello che sostengono anche in Italia quelli che condannano solo Israele dimenticando il resto. Perché ci fu un autentico rastrellamento, tutto registrato come propaganda e che ha fatto il giro del Mondo. Un rastrellamento in stile nazista con uccisioni sommarie ed esecuzioni di gente inerme il più delle volte. Che non vuol dire giustificare ciò che accade oggi.
I prigionieri israeliani da liberare e la guerra finirebbe?
Proprio sui prigionieri si ragiona per un eventuale cessate il fuoco. Infatti Benjamin Netanyahu ha chiesto la liberazione degli ostaggi, barattandoli come fu fatto qualche tempo fa con prigionieri di Hamas in Israele. In quel caso ci fu una minima tregua. Hamas però pare che non intenda liberare gli ostaggi. E la verità è che i terroristi si nascondono tra i civili, anzi si fanno scudo coi civili.
Meloni sotto accusa, e non è la prima volta
Fermo restando che ogni guerra è da condannare e che nessuno difende chi attacca o chi si difende e viceversa, adesso in Italia monta la polemica perché la Meloni non prende le distanze e non accusa a chiare lettere Netanyahu. C’è chi dice perché è un governo di centrodestra come il nostro, chi invece perché siamo partner commerciali di Israele. Il fatto è che è vero che Starmer ha usato parole forti contro Netanyahu e ha promosso una sorta di stretta a livello commerciale con Israele, come una sorta di sanzione verso un partner commerciale pure con il Regno Unito. E le opposizioni ecco che chiedono alla Meloni di fare lo stesso. Non è la prima volta che mettono a sinistra in Italia la Meloni a confronto con altri leader europei, in modo tale da mettere in luce i difetti della nostra Premier e i pregi degli altri. Anche con Macron si fa lo stesso, oppure con il neo eletto cancelliere Merz. Ma come la Meloni proprio Merz non ha usato il metodo Starmer. Ma si dice che il cancelliere è Premier in Germania e i tedeschi non possono certo accusare di genocidio Israele dopo quanto successo ai temi del Nazismo.
Purtroppo in Italia spesso la politica sembra fine a se stessa. le polemiche diventano obbligatorie anche se non ce ne sarebbe bisogno. Starmer oggi è quello che dimostra come si fa il Premier secondo Schlein, Conte e altri. Ma non è così quando adotta politiche migratorie nel Regno Unito che al confronto quelle dei nostri Meloni, Salvini e compagnia bella sembrano poca roba. Ma siccome sui migranti la posizione delle nostre opposizioni è differente, allora in quel caso Starmer non va bene.
Le nostre conclusioni
E su Gaza si chiedono sanzioni contro Israele, si chiede di prendere le distanze da quello stato “canaglia”. Lo dice Giuseppe Conte per esempio. Però sulle sanzioni contro la Russia lo stesso ex Premier e leader del M5S è contrario. Perché mettere sanzioni allontana i trattati per la pace. E dal canto loro quelli del PD, con a capo la Schlein, chiedono alla Meloni di affiancare i cosiddetti volenterosi (Macron, Starmer, Merz e Tusk per Francia, Regno unito, Germania e Polonia) nella questione Ucraina. In pratica, il gioco delle tre carte. Le nostre conclusioni sono solo nostre, non crediamo di fare male a nessuno dicendo le cose che pensiamo.