Imu e ravvedimento operoso, come pagare oltre la scadenza l’Imposta

Mario nava
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Esiste uno strumento che viene in aiuto ai contribuenti che non hanno pagato l’Imu e che adesso devono correre ai ripari. Si chiama ravvedimento operoso, strumento che consente di mettersi a posto dopo aver fatto scadere senza provvedere al versamento, o la rata in acconto dello scorso 16 giugno o la rata a saldo scaduta lo scorso 16 dicembre. L’ultima novità che riguarda il ravvedimento operoso è stata introdotta dal Decreto Fiscale dello scorso anno che ha esteso il ravvedimento lungo anche ai tributi locali e quindi pure all’Imu. Ravvedimento lungo è solo uno dei 4 tipi di ravvedimento operoso disponibili per i contribuenti. Infatti esistono differenti tipi di ravvedimento operoso, ognuno utilizzabile in base a quanti giorno dopo la scadenza del pagamento originario sono trascorsi.

Ravvedimento operoso, come funziona?

Oltre a quanto stabilito dal Decreto Fiscale collegato alla legge di Bilancio dello scorso anno, un decreto del Mef ha stabilito che per quanto concerne il ravvedimento lungo il tasso di interesse da utilizzare e che grava sul contribuente moroso deve essere pari allo 0,05%.

In parole povere, grazie a queste soluzioni di salvaguardia introdotte, le imposte come l’Imu, se evase, possono essere pagate anche oltre un anno di distanza dalla scadenza e fino a due anni, con un ravvedimento operoso che prevede una sanzione pari al 4,29% dopo un anno e del 5% dopo due anni.

In materia sanzionatoria, dal 1° gennaio 2016 il Decreto Legislativo 158 prevede che la sanzione da applicare per omessi o parziali versamenti  viene fissata in misura pari al 30%, ma con riduzione a metà per versamenti effettuati nei primi 90 giorni dopo la scadenza.

Il Ravvedimento operoso consente quindi di sanare la posizione debitoria pagando l’imposta con l’aggiunta di una piccola sanzione ridotta rispetto alla sanzione normale. Tutto commisurato come vedremo, ai giorni di ritardo.

Ravvedimento sprint, breve, medio e lungo

La sanzione e gli interessi se si utilizza il ravvedimento operoso devono essere pagati aggiungendoli alla sanzione, quindi nel modello F24 senza separarli con altri codici tributo. Come detto, in base ai giorni di ritardo del pagamento, rispetto alla scadenza originaria della tassa, si versano sanzioni ed interessi. Il primo tipo di ravvedimento è definito sprint e per quanto riguarda la scadenza del saldo Imu del 16 dicembre scorso, c’è tempo fino al 30 dicembre. Infatti con il ravvedimento sprint  l’imposta va pagata entro 14 giorni dalla scadenza con una sanzione dello 0,1% giornaliero. Con il ravvedimento breve invece, che prevede il versamento dell’imposta tra il 15° ed il 30° giorno successivo alla scadenza, la sanzione applicabile è in misura fissa pari all’1,5%. Con il ravvedimento medio invece, con pagamento che deve sopraggiungere tra i 30 ed i 90 giorni, la sanzione resta fissa, ma sale in misura pari all’1,67%.

Oltre i 90 giorni di ritardo come dicevamo, c’è il ravvedimento lungo utilizzabile però entro la scadenza della presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione.

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