In quali occasioni non spetta la paga se si è in malattia

carlo murante
In alcuni casi il lavoratore in malattia non ha diritto ad essere pagato, vediamo per quali lavoratori non spetta l’indennità.
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Molti commettono l’errore di pensare che quando si è malati, a prescindere da tutto, si è pagati… ma nella vita di tutti i giorni non è proprio così.
Per essere sicuri di essere pagati bisogna, sostanzialmente, far intervenire l’INPS.


Ma quando è che interviene? Be’ l’INPS interverrà nella nostra situazione solo in un determinato periodo di tempo, difatti, se facciamo solo due giorni di assenza (o solo uno) l’INPS non interviene!
Interverrà solamente quando il periodo di malattia dura dai 3 ai 180 giorni.


La retribuzione durante i giorni di malattia non coperti dall’INPS, infatti, dipenderà da una sola cosa: dal contratto.
Quindi, possiamo dire, che la malattia non è sempre retribuita.

Ci sono casi in cui l’INPS non paga la malattia?

Come potrete immaginare la maggior parte delle malattie vengono retribuite dall’INPS.
Tuttavia per la durata dell’indennità di malattia (giorni pagati dall’INPS) si applicano regole differenti in base al lavoro che svolgi, dunque, non tutti possono permettersi di essere pagati dall’INPS per 180 giorni.
Andiamo a vedere insieme questi tipi di lavori:

  • Per quanto riguarda i lavoratori del settore agricolo essi hanno fino a un massimo di 180 giorni ma se invece sono a contratto a tempo determinato, a essi, spetterà un numero di giorni di malattia pagata pari alla durata in cui risultano iscritti negli elenchi. Tuttavia per accedervi c’è bisogno che l’anno precedente tu abbia svolto almeno 51 giornate lavorative
  • Per quanto riguarda i lavoratori del settore marittimo essi hanno dei limiti molto più ampi, difatti possono permettersi fino a un anno di malattia pagata.
  • Per quanto riguarda gli operai, invece, sia del settore industria che del terziario a loro spetta tanti giorni di malattia quanti i giorni lavorati nell’anno antecedente all’inizio della malattia. Tuttavia abbiamo dei limiti: bisogna avere minimo 30 giorni lavorati e un massimo di 180.

Come abbiamo potuto vedere la soglia è generalmente entro i 180 giorni se si superano questi giorni l’INPS non ci fornirà più alcun tipo di supporto ed entrerà in gioco la retribuzione stabilita dal contratto con il datore di lavoro.

Ma quando non viene pagata la malattia?

Allora, fino a quando la nostra malattia dura fino ai 3 giorni sarà compito del nostro datore di lavoro quello di retribuire la nostra persona.
Ora, la retribuzione non sarà sempre al 100% dunque, se siete abituati a prendere 1800 euro al mese e mancate 3 giorni, molto probabilmente, non riceverete 1800 di busta paga.


La retribuzione in caso di malattia non viene decisa sul momento dal proprio datore di lavoro, difatti, è possibile sapere quanto si viene pagati in caso di malattia semplicemente rileggendo il proprio contratto. Il contratto, ovviamente, non esclude la possibilità che siate retribuiti comunque del 100%.


Caso un pochino più particolare quando si superano i 180 giorni di malattia… in questo caso, per quanto mi spiace dirlo, è davvero molto probabile, e quando dico molto intendo davvero tanto, che non veniate retribuiti. Oltre a questo bisogna stare attenti ai giorni di assenza che si fanno, in quanto, se superate la soglia del periodo di comporto rischiate di perdere il posto di lavoro!

Periodo di comporto

Il periodo di comporto è essenzialmente il totale delle assenze per malattie effettuate da un lavoratore dipendente. Una particolarità è che, ovviamente, mentre si è in malattia non si può essere licenziati.
Dunque superati i 180 giorni potreste non essere pagati ma il vostro posto di lavoro sarà comunque ancora bello libero solo per voi in quanto non vi può, in alcun modo, essere tolto se siete stati malati.

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