L’ISEE è uno strumento chiave per accedere a bonus, agevolazioni e prestazioni sociali. Ma presto potrebbe cambiare profondamente. Diverse proposte sono attualmente allo studio da parte di INPS, Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia, e puntano tutte in una direzione: maggiore controllo e meno possibilità di “aggirare” la reale fotografia economica del nucleo familiare.
Niente è ancora certo, ma ecco le ipotesi più credibili sul tavolo, che potrebbero trasformare il modo in cui viene calcolato l’ISEE nei prossimi mesi o anni.
Accesso automatico ai dati patrimoniali in tempo reale
Una delle proposte più concrete è l’interconnessione piena tra INPS, Agenzia delle Entrate e sistema bancario, attraverso l’Anagrafe dei Rapporti Finanziari.
In pratica, anziché dichiarare da sé la giacenza media o il saldo dei conti correnti, sarà direttamente il sistema a recuperarli al momento della DSU. Questo servirebbe a ridurre errori, omissioni e furbizie, come l’abbassamento temporaneo dei saldi prima della richiesta ISEE.
Valore reale dell’immobile (non solo catastale)
Oggi il patrimonio immobiliare ISEE si basa sul valore catastale, spesso molto inferiore al valore di mercato.
Tra le ipotesi più discusse c’è l’aggiornamento del calcolo basato su valori OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare), per rendere più equo l’accesso alle agevolazioni tra chi vive in una piccola casa popolare e chi possiede un immobile di pregio sottovalutato al catasto.
Inclusione automatica dei redditi non dichiarati
Un’altra novità possibile riguarda l’inclusione di redditi “atipici” che oggi spesso sfuggono al radar dell’ISEE, come:
- monetizzazioni da YouTube e TikTok;
- proventi da e-commerce e affitti brevi;
- compensi esteri.
Le nuove tecnologie di data matching fiscale consentirebbero all’Agenzia delle Entrate di segnalare all’INPS questi redditi, che verrebbero poi inclusi nella DSU, anche se non dichiarati nella dichiarazione dei redditi classica.
Quando potrebbero entrare in vigore queste novità?
Al momento nessuna di queste ipotesi è diventata legge, ma:
- alcune sono già in fase di sperimentazione tecnica;
- altre sono suggerite nei report della Corte dei Conti e del MEF;
- l’Agenzia delle Entrate sta rafforzando le banche dati e l’incrocio automatico delle informazioni.
Potrebbero entrare in vigore progressivamente nel 2026 o anche prima, con una fase di transizione.
Cosa conviene fare nel frattempo?
Fino a nuove disposizioni ufficiali, conviene:
- presentare l’ISEE entro giugno, quando i dati patrimoniali si riferiscono ancora all’anno precedente;
- evitare di “abbassare” i saldi artificialmente: le nuove tecnologie anti-evasione rendono sempre più rischiose queste manovre;
- monitorare eventuali comunicazioni da INPS e Agenzia delle Entrate tra estate e autunno 2025.
L’ISEE del futuro sarà sempre più digitale, incrociato e trasparente. Le agevolazioni resteranno, ma saranno concesse solo a chi dimostrerà davvero di averne diritto.