La sanatoria delle cartelle esattoriali in 4 mosse

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Domanda rottamazione cartelle, ecco cosa fare subito, i consigli utili

Per le cartelle esattoriali del Governo Meloni ecco una novità assoluta che è quella della tregua fiscale. Un provvedimento che va al di la della pace fiscale di qualche anno fa. Infatti è un provvedimento che si basa su 4 diverse possibilità offerte al Fisco di fare pace con i debiti pregressi dei contribuenti. Una sanatoria in 4 fasi quindi, perché rispetto al testo originario qualcosa è stato corretto in corso d’opera.

Fase 1: la cancellazione d’ufficio delle cartelle

Si potrà andare a ridurre di gran lunga la mole di cartelle esattoriali che un contribuente ha a suo carico nel 2023 grazie alla sanatoria del Governo. Il principale punto di intervento è la cancellazione delle cartelle. Infatti tutte quelle che riguardano debiti con le Agenzie Fiscali, le amministrazioni statali e le casse contributive dello Stato, saranno cancellate senza domanda da parte degli interessati.

La rottamazione quater delle cartelle esattoriali

Per i debiti passati ad essere affidati all’agente della riscossione tra il primo gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022, c’è la rottamazione. Cartelle al netto delle sanzioni e degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Di fatto un netto sconto su queste cartelle. E poi, sempre nella rottamazione, possibilità di pagare quello che l’Agenzia delle Entrate Riscossione calcolerà dopo domanda da parte degli interessati, o in unica soluzione o a rate. nella seconda via, prima rata il 31 luglio, seconda rata il 30 novembre e poi così, di tre mesi in tre mesi fino al 2027. Nello specifico, ogni fine febbraio, maggio, luglio e novembre dal 2024 al 2027.

Stralcio cartelle enti locali

Prima erano rientrate nella cancellazione, ma adesso per le cartelle che fanno riferimento a tasse e tributi dei Comuni, degli enti diversi da quelli statali e delle casse di previdenza diverse da quelle pubbliche, ecco lo stralcio. Se l’ente a cui i soldi erano dovuti, deciderà di concedere lo stralcio, via sanzioni e interessi, ma debiti comunque da pagare.

Le liti pendenti

Infine, per i contribuenti che hanno avviato liti con le Entrate, arrivati a vari gradi di giudizio, rinunciare alla prosecuzione pagando una minima parte del debito potrebbe essere una facoltà. Infatti per debiti fino a 50.000 euro con una lite in corso, se il contribuente ha avuto successo in primo grado, debito ridotto al 20% dell’importo della lite. Se nel frattempo il contribuente aveva giù avuto successo in secondo grado, ecco che anche per debiti fino a 100.000 euro la riduzione arriva a solo il 5% del debito complessivo.

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