Le pensioni nel 2023, differenze in base all’età, ecco una guida

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Come cambiano le misure per la pensione in base all’anno di nascita dei lavoratori.
2023 pensioni

Il 2023 si è aperto all’insegna della pensione con quota 103. La novità della legge di Bilancio è questa. Ma non basta parlare di questa misura che parte dai 62 anni di età come partiva quota 100 fino al 2021, per capire quanti anni di età servono per le pensioni. La moltitudine di misure e le variabili interne di ogni misura rendono le pensioni degli italiani assai varie. E le età cambiano da caso a caso.

In pensione a 62 anni? ecco i primi a riuscirci

I primi a poter sfruttare la nuova quota 103 all’età minima prevista sono i nati a gennaio 1961. Infatti sono quelli che hanno completato i 62 anni di età in questi primi giorni del 2023. Potranno quindi andare in pensione dal 1°aprile se lavoratori del settore privato. Infatti anche per la quota 103 c’è il vincolo della finestra mobile di 3 mesi. Ma sempre con la quota 103 sono sufficienti anche 63, 64, 65 o 66 anni. E così che possono sfruttare la novità anche i nati nel 1957, 1958, 1959 e 1960. Per tutti l’importante è anche aver completato i 41 anni di contributi versati.

Le altre età utili alla pensione

Un nato nel 1956 è il soggetto ideale per poter andare in pensione nel 2023 con le misure ordinarie e pure con alcune deroghe. Bastano 20 anni di contributi e 67 anni di età (il nato nel 1956), per la pensione di vecchiaia. Ma il nato nel 1956 senza contributi o con contributi insufficienti per una sua pensione propria, può sfruttare nel 2023 anche l’assegno sociale. Ma a 67 anni c’è anche la pensione con una delle, difficilmente utilizzabili, tre deroghe Amato. Qualche mese prima e pensione a 66 anni e 7 mesi di età per la pensione di vecchiaia con 30 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi o usuranti.

Le deroghe alle misure ordinarie

pensione

A 63 anni di età e quindi per i nati tra il 1957 ed il 1960, c’è l’Ape sociale. Bastano 30 anni di contributi ad invalidi, con invalidi a carico e disoccupati. Servono 36 anni di contributi per i lavori gravosi o 32 per gli edili ed i ceramisti. Per le donne nate nel 1962 c’è la proroga di opzione donna. Infatti per chi ha compiuto 60 anni di età e 35 anni di contributi entro il 2022, il 2023 sarà l’anno della possibile pensione contributiva. Ma bisogna essere invalide, con invalidi da assitere, disoccupate o a rischio licenziamento per via delle crisi aziendali. Per la pensione con 35 anni di contributi e opzione donna nel 2023, vi rientrano le nate nel 1963 se hanno avuto un figlio o le nate nel 1964 se hanno avuto due o più figli.

Altre variabili sul tema pensioni

Per i nati nel 1959 ci sarebbe anche la pensione anticipata contributiva. Ma servono almeno 20 anni di contributi, l’assenza di versamenti al 31 dicembre 1995 e un assegno previdenziale da 2,8 volte l’assegno sociale almeno. Ma anche una donna nata nel 1966 può andare in pensione nel 2023. Infatti chi compie 56 anni di età nel 2022 può uscire con 12 mesi di finestra nel 2023 grazie alla pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. Serve una invalidità specifica dell’80% almeno. Per gli uomini questa facoltà parte dai 61 anni di età.

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