Niente riforma pensioni, ecco come andare in pensione fino al 2026

Mario nava
Come si potrà andare in pensione fino al 2026 anche senza una vera riforma.
Riforma pensioni

La pensione anticipata negli anni ha avuto un grande inasprimento dei requisiti. Talmente grande che un lavoratore medio deve lavorare circa 3 anni in più di prima per poter lasciare il lavoro senza limiti di età. Dal 2011 al 2019, anno dell’ultimo scatto per l’aspettativa di vita, si è passati da 40 anni di contributi per le pensioni di anzianità. a 42,10 delle attuali pensioni anticipate. La tanto attesa riforma delle pensioni dovrebbe abbassare di nuovo questo limite.

Nel frattempo però, la riforma delle pensioni è una semplice ipotesi. La certezza invece è che fino al 2026 le pensioni anticipate rimarranno con i medesimi requisiti di oggi. Ma come si fa a calcolare con esattezza la giusta contribuzione per la pensione anticipata? Parlare di 43 anni di contributi è facile, ma aprendo un qualsiasi estratto conto di un qualsiasi lavoratore, i dubbi sono sempre tanti.

La guida alla pensione anticipata fino al 2026, senza riforma pensioni

pensioni minime 600 euro

La pensione anticipata ordinaria è una misura i cui requisiti sono congelati fino al 2026. In termini pratici possono accedere alla quiescenza con questa misura, le donne con 41 anni e 10 mesi di versamenti e gli uomini con 42 anni e 10 mesi.

Nello specifico come spiega l’INPS sul suo portale ufficiale, “possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.” In settimane il conteggio è più facile da verificare. Infatti negli estratti conto dei lavoratori la maggior parte delle volte i contributi sono espressi in settimane. Ed un anno pieno di contributi equivale a 52 settimane.

La contribuzione effettiva da lavoro

Di questi 42,10 o 41,10 anni di versamenti, 35 devono essere effettivi. In pratica 35 anni devono essere senza considerare in contributi da malattia e disoccupazione. Che restano validi per la misura della prestazione, ma non per il diritto se vanno a coprire anche parte dei già citati 35 anni effettivi. Per la valutazione della contribuzione versata è perfettamente utilizzabile tutta la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata.

Valgono anche i contributi volontari, ma sono per contribuenti la cui carriera è iniziata prima del 1° gennaio 1996. Va detto però che per chi ha iniziato a lavorare dopo quella data, ogni anno di versamento prima dei 18 anni di età vale 1,5 volte.

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