Alla fine ecco che si materializzerà quello che molti chiamano pasticcio pensioni. parliamo di una cosa che parte da diversi anni fa e che si materializzerà adesso con il mese di giugno. Pasticcio perché di fatto ai pensionati furono dati dei soldi di bonus che adesso devono restituire.
Ma senza che il pensionato abbia mai presentato alcuna domanda per arrivare a prendere ciò che ha ricevuto. Tutto fu fatto in automatico. Deciso dal governo con dei decreti. Ed applicato dall’INPS senza evidentemente controllare o quanto meno, senza avere la possibilità di controllare i dati dei potenziali beneficiari.
Pasticcio pensioni? Si e dipende da una misura del governo Draghi
A giugno arriva un taglio sulle pensioni che andrà a colpire alcuni pensionati e che non si fermerà solo alla prossima mensilità in pagamento il mese prossimo ma proseguirà anche nei mesi successivi. Arriveranno dall’INPS dei tagli di assegno per il recupero di alcune somme erogate in passato a determinati pensionati che evidentemente non dovevano ricevere nulla.
I tagli di cui parliamo riguarderanno diversi ratei di pensione. Nello specifico quelli che vanno da giugno a settembre- E saranno tagli di importo fisso pari a 50 euro l’uno. Questa è la somma che i pensionati si troveranno in meno nei loro ratei.
Il recupero dell’INPS su un bonus una tantum previsto dal vecchio governo Draghi che stabilì delle erogazioni straordinarie per contrastare la grave crisi economica successiva alla pandemia, adesso andrà restituito.
E tutto è stato già comunicato ai pensionati interessati o per lettera tramite posta ordinaria, o in via telematica sulla “Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione”.
Bonus erogato e ora da restituire, ecco tutti i perché
Il bonus di cui si parla era quello previsto dal decreto Aiuti uno e dal decreto Aiuti ter. Uno pari a 200 euro e l’altro da 150 euro. Bonus una tantum, il primo per pensionati con redditi fino a 20.000 euro e il secondo per pensionati con redditi fino a 35.000 euro. Ma perché adesso tutto va restituito? Il motivo è semplice.
Dal momento che erano bonus legati a redditi erogati nel 2022 ma riferiti ai redditi 2021, i controlli dell’INPS non potevano essere preventivi. E di fatto si è trattato di erogazioni in via provvisoria, assoggettate a successive verifiche.
Solo dopo la presentazione delle dichiarazioni dei redditi al termine della campagna 2022 infatti l’INPS ha potuto avere i dati ufficiali dei redditi dei pensionati a cui aveva precedentemente erogato i bonus.
Chi lo ha ricevuto ma per esempio si è trovato a superare i limiti di reddito prima descritti, adesso da giugno si troverà l’ammanco. E non potrà farci nulla fino a restituire l’intera somma percepite se non spettante. Come detto, con tagli da 50 euro al mese per i ratei di pensione da giugno in poi.