Pensione: l’imbroglio INPS del doppio calcolo dell’assegno che abbassa la pensione

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Un doppio calcolo di cui non molti sono a conoscenza porta l’INPS ad abbassare le pensioni troppo vantaggiose. Vediamo in quali casi si applica.
riforma delle pensioni

Parlare di pensioni è sempre complicato ma capire che assegno spetta da un tot di contributi versati, a volte è davvero impossibile. Per alcuni lavoratori, poi, per determinare l’importo della pensione spettante viene effettuato un doppio calcolo e la pensione liquidata, guarda un pò, è quella meno conveniente per il lavoratore.

Il doppio calcolo in questione si applica, però, soltanto a coloro che sono iscritti all’AGO o alle sue forme sostitutive ed esclusive e che al 31 dicembre 1995 avevano maturato almeno 18 anni di contributi. Ovvero coloro che ricadono nel sistema retributivo fino alla fine del 2011 e che vedono applicato il sistema contributivo solo a partire dal 2012.

Doppio calcolo pensione e la beffa

Da sempre si sostiene che il sistema contributivo è meno conveneinte per i lavoratori poichè economicamente offre risultati peggiori rispetto al retributivo. Ma in molti casi non è così ed il calcolo contributivo può essere maggiormente conveniente (e l’INPS lo sa bene!).

Per evitare che in alcuni casi il pensionato finisca per avere una  somma maggiore rispetto a quella che avrebbe avuto applicando il solo calcolo retributivo  la legge Fornero introduce dal 2015 il doppio calcolo: immaginiamo una bilancia a due bracci sui cui piatti viene messa la pensione calcolata con il sistema misto contributivo e quella calcolata solo con il sistema retributivo. Al pensionato, come è facilmente intuibile, spetterà l’assegno calcolato nel modo meno vantaggioso per lui (E più vantaggioso per le casse dell’INPS).

Non a tutti i lavoratori che hanno 18 anni di contributi versati al 1995, quindi, sarà liquidata la pensione ottenuta con lo stesso sistema di calcolo. Alcuni avranno un calcolo diverso, quando meno vantaggioso.

Ma quando la pensione contributiva è superiore a quella retributiva? CI vuole un pò di storia.

La situazione in questione si sviluppa soprattutto per i lavoratori che hanno accantonato più di 40 anni di contributi. Forse non tutti lo ricordano ma nel sistema retributivo c’era un muro invalicabile rappresentato dal 40 anni di contributi: la pensione veniva calcolata solo su 40 anni di contributi anche se il lavoratore, per assurdo, ne aveva versati 42, 43, 45. Solo 40 anni di contributi erano validi per la pensione quindi.

Con il sistema contributivo, invece, cambia tutto: più versi e più alto sarà il tuo assegno previdenziale e se versi 45 anni di contributi la tua pensione sarà calcolata sui 45 anni di contributi versati. E più tardi si va in pensione maggiore è la trasformazione del montante contributivo in pensione.

Il doppio calcolo per abbassare l’assegno

Da qui nasce l’idea del doppio calcolo, perchè in alcuni casi il lavoratore che versa molti anni di contributi avrà diritto ad una pensione con il calcolo misto contributivo che supererà di importo quella calcolata con il retributivo.

In questo modo, laddove gli conviene, quindi, l’INPS estende il sistema contributivo a tutta la pensione, anche agli anni versati dopo il 31 dicembre 2011. In che modo?  Si calcola la pensione spettante con il sistema misto, il calcolo poi viene rifatto con il sistema retributivo su tutti i contributi: se il calcolo misto offre una pensione più alta, la pensione spettante al pensionato sarà quella con l’intero calcolo retributivo.

Oltre al danno la beffa, come sempre accade ai pensionati. Non sempre, quindi, per chi ha versato più di 18 anni di contributi prima del 1996 è conveniente allungare la carriera lavorativa per alzare l’assegno pensionistico perchè se dovesse essere troppo conveniente ci pensa l’INPS a tagliarlo dove può.

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