Pensione con 41 anni di contributi Pensione con 41 anni di contributi

Pensione quota 41 per tutti, quando arriva?

La quota 41 per tutti sembrava essere una misura necessaria ma è stata dimenticata.

Si attendeva con ansia che la quota 41 per tutti fosse approvata, dopo le promesse del governo. Dal 2019 la misura è il cavallo di battaglia della Lega ed era stata promessa per superare la riforma Fornero. Negli anni, però, è sempre stata rimandata perché ritenuta troppo onerosa per le casse della Stato già provate dalle spese per sostenere la riforma fiscale il taglio delle tasse.

Si tratta di una misura ritenuta necessaria anche dai lavoratori perché ammorbidirebbe i requisiti richiesti dalla pensione anticipata ordinaria permettendo il pensionamento con soli 41 anni di contributi senza i paletti attualmente imposti dalla quota 41 precoci.

Quota 41 per tutti necessaria

L’attuale quota 41 precoci non permette il pensionamento a tutti coloro che rientrano tra i lavoratori precoci restringendo il campo ai soli profili tutelati che coinvolgono invalidi con percentuale di almeno il 74% di invalidità, lavoratori disoccupati a seguito di licenziamento, che hanno potuto fruire della Naspi (escludendo i disoccupati cui è scaduto il contratto a termine), caregiver, usuranti e gravosi.

Comprensibile che ci sono profili bisognosi di tutela più di altri ma certamente 41 anni di contribuzione versata dovrebbero bastare ad accedere alla quiescenza anche senza paletti e senza restrizioni.

La quota 41 per tutti, quando arriva?

Proprio per questo la quota 41 per tutti sembrava essere una misura equa, che avrebbe coinvolto una larga parte dei lavoratori. Nei tavoli di confronto tra governo e sindacati la quota 41 per tutti rispunta annualmente ma, ogni anno con penalizzazioni maggiori per far pesare direttamente sulle spalle dei lavoratori l’anticipo previdenziale.

In ogni caso, sembra essere finita nuovamente nel dimenticatoio visto che altre misure sono state ipotizzate per la flessibilità in uscita a partire dal 2026. Per il prossimo anno, infatti, si ipotizza che saranno prorogate le misure attualmente in corso come Ape Sociale, quota 103 e opzione donna.

Non è detta l’ultima parola poiché i tavoli di confronto sono attualmente interrotti da ormai mesi e nulla toglie che prima che La Legge di Bilancio 2026 sia varata la misura tanto attesa non possa spuntare ancora tra le ipotesi da prendere in esame.