Riforma delle pensioni si può! ecco come cambieranno le pensioni nel 2024

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Riforma delle pensioni

Crescita e crisi economica con dati positivi, lo confermano le stime del nuovo Documento di Economia e Finanze del Governo. La nota di aggiornamento del DEF infatti ha numeri positivi e questa cosa spiazza rispetto ai discorsi che si facevano sulla presunta impossibilità a varare una vera riforma delle pensioni. A tal punto che collegando queste evidenze economiche alle ultime dichiarazioni e azioni del Ministro del Lavoro Calderone, qualcosa di positivo sembra muoversi.

Riforma delle pensioni, le novità

La crescita allo 0,9% (ed è un dato che dicono sia prudente rispetto alla realtà), è migliore rispetto alle previsioni che la davano allo 0,6%. Significa che tra costi dell’energia in calo, dati occupazionali migliori di qualche mese fa e PIL, anche la riforma delle pensioni è possibile. La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha autorizzato la costituzione di un pool di esperti, che chiamano Osservatorio. Un pool che avrà un solo compito o quasi. In pratica questi “saggi”, dovranno individuare misure e provvedimenti capaci di rispondere alle esigenze del sistema. Prime tra tutti, il varo di nuove misure e di una vera riforma delle pensioni. Quota 41 per tutti, proroga di quota 103 e pensione a 64 anni. Sono le misure che più sono discusse come possibili nella nuova riforma.

Ecco lo scenario futuro per la previdenza italiana

Proroga della quota 103 possibile e ancora in pensione a 64 anni di età con 41 anni di contributi nel 2024. Quota 41 per tutti difficile da varare, ma dopo il DEF, maggiori opportunità. E la flessibilità a 62 anni diventa flessibilità a 64 anni. Sono queste tre misure quelle che effettivamente molti lavoratori vorrebbero come varate. Soprattutto le ultime due. Consentire il pensionamento senza limiti di età, a 41 anni di contribuiti, creerebbe una valida alternativa alla pensione anticipata ordinaria. Con la pensione flessibile a 64 anni invece, estensione a tutti della pensione anticipata contributiva odierna. Il lavoratore dovrebbe scegliere il calcolo meno favorevole della prestazione per poter lasciare in anticipo il lavoro.

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